Roy Colt & Winchester Jack
Roy e Jack sono due fuorilegge entrambi molto bravi con le loro armi tanto da averne assunto il rispettivo nome. Molto amici si azzuffano di continuo per dimostrare chi di dei due è più bravo e forte. Si separano per un breve periodo e si ritrovano per una caccia all'oro in contrasto come sempre e stavolta acuito da una bella indiana che Jack ha liberato da due cacciatori di taglie e portato con sé e che sembra non disdegnare nemmeno Roy. Tra loro e il tesoro c'è anche la banda di un bizzarro russo, esperto di esplosivi e chiamato "il Reverendo". Sparatorie e scazzottate fino in fondo, quando rimasti in tre, la bella Manila li lascia con un palmo di naso scappando con oro e cavalli mentre i due come al solito se le davano di santa ragione.
Western parodistico con Mario Bava, papà dell' horror nostrano alla regia, coadiuvato dal figlio Lamberto per un prodotto a basso costo e buona resa. Mario è stato uno dei primi creatori di effetti speciali in un epoca dove tali trucchi erano assenti o di difficile e particolare elaborazione e ad esempio in questo film riesce a creare uno sfondo tipico dell' Arizona con guglie e rocce rosse così reali che a nessuno verrebbe in mente che è girato nel Lazio. Marilù Tolo nel ruolo di un'indiana è molto bella e in una scena di nudo, colpevole il montaggio, ci mostra due capezzoli incerottati testimonianza di un'epoca dove il pudore in chi recitava era molto sentito. Ovvero per esigenze di copione ci si spogliava coprendo le parti intime con cerotti e garze. Chiaramente non riscontrabile al cinema all'epoca è solo grazie al rallenty che oggi da casa si possono cogliere questi "dettagli" annoverati in lingua inglese col termine "bloopers". Nel mucchio dei tanti caratteristi "de noantri" che apparivano a turno nei vari film del genere si muovono perfettamente a loro agio questi due protagonisti "made in Usa", molto bravi e simpatici che stranamente non hanno sfondato nel nostro paese. Un ricordo affettuoso a Isa Miranda, qui nel ruolo di un' anziana tenutaria di bordello, una big del nostro cinema, un'attrice internazionale che addirittura Hollywood si contendeva negli anni '30 considerandola la Dietrich italiana.
Western parodistico con Mario Bava, papà dell' horror nostrano alla regia, coadiuvato dal figlio Lamberto per un prodotto a basso costo e buona resa. Mario è stato uno dei primi creatori di effetti speciali in un epoca dove tali trucchi erano assenti o di difficile e particolare elaborazione e ad esempio in questo film riesce a creare uno sfondo tipico dell' Arizona con guglie e rocce rosse così reali che a nessuno verrebbe in mente che è girato nel Lazio. Marilù Tolo nel ruolo di un'indiana è molto bella e in una scena di nudo, colpevole il montaggio, ci mostra due capezzoli incerottati testimonianza di un'epoca dove il pudore in chi recitava era molto sentito. Ovvero per esigenze di copione ci si spogliava coprendo le parti intime con cerotti e garze. Chiaramente non riscontrabile al cinema all'epoca è solo grazie al rallenty che oggi da casa si possono cogliere questi "dettagli" annoverati in lingua inglese col termine "bloopers". Nel mucchio dei tanti caratteristi "de noantri" che apparivano a turno nei vari film del genere si muovono perfettamente a loro agio questi due protagonisti "made in Usa", molto bravi e simpatici che stranamente non hanno sfondato nel nostro paese. Un ricordo affettuoso a Isa Miranda, qui nel ruolo di un' anziana tenutaria di bordello, una big del nostro cinema, un'attrice internazionale che addirittura Hollywood si contendeva negli anni '30 considerandola la Dietrich italiana.
alla fine il “blooper” dei capezzoli incerottati
Roy Colt & Winchester Jack
Italia 1970
Regia: Mario Bava
Musiche: Piero Umiliani
con
Brett Halsey: Roy Colt
Charles Southwood: Winchester Jack
Marilù Tolo: Manila
Teodoro Corrà: Reverendo
Mauro Bosco: Bellatreccia
Federico Boido: Boida
Giorgio Gargiullo: Samuel lo zoppo
Isa Miranda: Mamma Lizzy
Che bea tosa l'indiana... ;-)
RispondiEliminaÈ risaputo che il miglior "western" di Bava è "I coltelli del vendicatore"... Poco a suo agio col genere, il Maestro non è nemmeno il primo a sabotarne i meccanismi dall'interno, come abituato a fare, sicché le cose che sembrano stupidotte lo sono per davvero. Menzione d'onore per Doro Corrà, qui ottimo. Per una volta Umiliani (magistrale in altri ambiti ma di solito non brillante coi cappelloni) imbrocca la colonna sonora di un western, proprio perché così così...
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