Gods of Egypt
C i fu un tempo in cui in Egitto gli Dei convivevano con i mortali in comunione di intenti e differendo da essi soltanto per la statura quasi doppia e per l'oro che scorreva nelle loro vene invece del sangue degli uomini. Osiride e Seth figli del Dio del Sole Ra, governano l'uno l'Egitto e l'altro il deserto ed è giunto il momento per Osiride di lasciare il regno al figlio Horus. Ma mentre questi sta per ricevere acclamato dal popolo la corona di Re da suo padre, ecco piombare lo zio Seth con il suo esercito a rivendicare la corona. Uccide il fratello e dopo un furioso combattimento col nipote Horus, lo priva degli occhi bandendolo dal regno. In breve l'Egitto è soggiogato al suo volere e la popolazione resa schiava a costruire per lui maestosi monumenti. Due giovani amanti, Bek, ladruncolo e ardimentoso, e Zaya si ritrovano divisi dagli eventi, con la ragazza che è diventata schiava dell'architetto di Seth. Costui di nome Urshu, ha costruito anche un labirinto dove sono custoditi gli occhi di Horus e Zaya ne mostra il progetto a Bek per cercare di introdursi in quel luogo pieno di trappole e ritenuto inaccessibile per chiunque, allo scopo di rubare gli occhi. Solo restituendo ad Horus i suoi occhi egli può riacquistare la forza necessaria a battere il crudele Seth, risultando l'unica speranza per il popolo egiziano oppresso. Il giovane Bek riesce a superare le trappole ma recupera soltanto un occhio che tuttavia consente a Horus, raggiunto nel suo esilio, di riprendersi egregiamente. Per sperare di sconfiggere Seth deve spegnere il fuoco del deserto dal quale egli trae la sua forza e per farlo deve volare dal nonno Ra e chiedergli un po' dell'acqua del creato, unica in grado di sconfiggere il terribile zio. Pur essendo suo padre, Ra non approva l'operato di Seth e aiuta pertanto il nipote Horus, che in un crescendo di difficoltà, con l’aiuto dei pochi Dei ancora in vita, riesce a superare l' Enigma della Sfinge, recuperare l'altro occhio e sconfiggere Seth riportando in vita gli Dei da lui uccisi. Anche Bek e Zaya, uccisi in circostanze diverse nei ripetuti scontri col maligno, vengono richiamati in vita non avendo ancora raggiunto l'ultimo cancello dell'aldilà. Ora Bek è Gran Consigliere di Horus e ne prende le veci mentre questi, incoronato Re, riprende la via dell'aldilà per riportare in vita l'amata Hathor, persa anch'essa per aiutarlo nella sua impresa.
Criticato da più parti e con risultati al botteghino tali da decretarne una forte perdita per i produttori, il film mantiene quello che promette, ovvero mito e fantasy conditi in salsa CGI di grande impatto visivo, risultando pertanto incomprensibili le tante critiche mosse. Il cast è buono e si muove in ambiti sfavillanti con costumi sgargianti e tanta azione unita a effetti speciali spettacolari, per cui si può tranquillamente guardare senza farsi troppe remore (o seghe mentali se preferite). E' un prodotto commerciale e tale rimane.
Gods of Egypt
Stati Uniti, Australia 2016
Regia: Alex Proyas
Musiche Marco Beltrami
con
Nikolaj Coster-Waldau: Horus
Gerard Butler: Seth
Brenton Thwaites: Bek
Courtney Eaton: Zaya
Chadwick Boseman: Thoth
Élodie Yung: Hathor
Geoffrey Rush: Ra
Rufus Sewell: Urshu
Bryan Brown: Osiride
Rachael Blake: Iside
Emma Booth: Nefti
Abbey Lee: Anat
Yaya Deng: Astarte
Goran D. Kleut: Anubi
Kenneth Ransom: Sfinge
Robyn Nevin: Sharifa
Paula Arundel: capo delle ancelle
Michael-Anthony Taylor: Alto Sacerdote
Bruce Spence: giudice dell'Oltretomba
Alexander England: Mnevis
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