La valle dei Mohicani
Film asciutto a basso costo e alta resa come solo Boetticher sapeva fare, qui al suo ultimo dei sette western girati con l'icona del genere che era Randolph Scott. Una storia semplice con risvolti umani profondi e fin troppo scontata per come il regista ce la dipana lasciandoci alla fine la sorpresa dolce-amara che tuttavia ci soddisfa pienamente per la sua umanità. Innanzi tutto è bene precisare che i titoli italiani dei film americani spesso si discostano dal vero significato anche se stavolta mi sento di assolvere i distributori in virtù dei tratti somatici degli indiani che qui assomigliano più ai Mohicani, con le loro caratteristiche "creste" di capelli che ai Comanches del titolo originale. Ma sono dettagli. Jeff è un solitario che vive spesso in territorio indiano e commercia pelli. Ha scelto questa vita perché da dieci anni cerca la moglie rapita dagli indiani e coglie l'occasione per liberare un'altra donna loro prigioniera offrendo in cambio della merce e, vista la riluttanza del capo, aggiungendo un winchester. Sulla via del ritorno, sempre guardingo circa i cambi di umore degli indiani, si imbatte in un terzetto che è inseguito dagli stessi ai quali ha riscattato la donna. Riescono insieme a mettere in fuga gli indiani e visto che la situazione è ormai precipitata decidono di ripartire il più in fretta possibile per il villaggio dove vive la donna. Jeff conosce Ben, il capo di quei tre, è una vecchia conoscenza del periodo militare e sa che è un tipo violento e infido, mentre gli altri due sembrano 2 giovinastri senza niente di meglio da fare che campare alla giornata. E quando Ben dice che il marito della donna ha promesso un premio di 5.000 dollari a chi gliela riporterà si crea nel gruppo un deciso malessere. Nancy, la donna fino ad allora colpita dal gesto cavalleresco di Jeff di rischiare la vita per liberarla è ora combattuta e addolorata pensando che l'ha fatto per i soldi. Jeff che non sapeva dell'esistenza di tale premio è certo che il terzetto tenterà di accopparlo per prendersi la donna e il premio, mentre tutt'intorno, nel vasto territorio che li circonda e divide dal traguardo, ci sono ancora loro, gli indiani, temibili ed agguerriti. Jeff cerca di spiegarsi con la donna e le racconta di sua moglie e tra i due si crea una sorta di affetto che fa dire a Jeff che con lei ha dimenticato per la prima volta in dieci anni la moglie e tutti siamo portati a credere che la storia sarà a lieto fine con lei che si innamora del coraggioso e onesto cow-boy che a dispetto del marito, rimasto a casa, ha rischiato la vita per liberarla. Gli indiani in un'ultima scorreria ammazzano uno dei giovani e Jeff deve vedersela con Ben che a sua volta uccide l'altro ragazzo non più disposto a seguirlo nella sua folle impresa. L'esito è scontato e Jeff riporta finalmente la donna al suo ranch e in uno dei più toccanti finali per questo tipo di film, vediamo la donna abbracciare il figlioletto e subito dopo uscire arrancando da casa suo marito: è cieco, per questo non è potuto partire alla sua ricerca. Jeff che forse aveva ritrovato uno stimolo per continuare la sua tormentata esistenza se ne torna via con gli ultimi intensi sguardi dei due che valgono più di mille parole. Un bel film.
Comanche Station
1960
Regia: Budd Boetticher
con
Randolph Scott: Jeff Cody
Claude Akins: Ben Lane
Nancy Gates: Nancy Lowe
Skip Homeier: Frank
Richard Rust: Dobie
Dyke Johnson: John Lowe
auguri alla bellissima Jane Fonda oggi 74 anni indimenticata Barbarella di età giovanile
RispondiEliminaauguri a Samuel Jackson 63 anni
RispondiEliminastraordinario Jules Winnfield
di Pulp Fiction
o anche Mace Windu maestro jedi della saga di SW