Green Zone
Un film sulla verità sporca della guerra in Iraq che a sua volta alimenta un'altra verità del tutto opinabile. Il governo USA contro la CIA in un gioco al massacro di tutti contro tutti e gli iracheni a far la parte delle vittime. L'ufficiale Roy Miller, Matt Damon, comanda una squadra che ha il compito di trovare le famose armi di distruzione di massa che hanno motivato l'intervento in Iraq e tra mille insidie vede il suo lavoro puntualmente vanificato. Rischia di venire ammazzato coi suoi uomini da frange estreme ancora belligeranti e in mezzo ad una popolazione inferocita per la mancanza di acqua e tra ovvie difficoltà, a poche settimane dalla caduta del regime di Saddam in una Bagdad devastata dai bombardamenti. Al terzo tentativo a vuoto fa le sue rimostranze al comando circa i rapporti dell'intelligence assolutamente inesatti: tre siti ispezionati e privi di alcun tipo di minaccia cercata. I vertici lo liquidano imponendogli di proseguire il suo compito ed evitando stranamente di affrontare l'argomento circa le informazioni errate. Insospettito e sconfortato, trova nel corpulento Brown, agente a capo delle operazioni CIA in loco, un alleato, che, a sostegno delle sue perplessità, gli anticipa che anche il prossimo sito sarà vuoto. Una giornalista, che ha assistito all'incontro tra i due, gli fa capire che un misterioso informatore, col nome in codice Magellano, aveva fornito precise garanzie al governo sulla presenza delle terribili armi. All'ennesimo sito vuoto e grazie alla soffiata di un locale, Freddy e che diverrà suo interprete, Roy fa irruzione in una casa dove si sta svolgendo un' importante riunione di capi militari ed esponenti del partito Ba'th al potere con Saddam, riesce a catturare alcuni presenti e recuperare un prezioso taccuino dove sono annotati numerosi nomi, il tutto prima che arrivino le forze speciali e gli portino via i prigionieri, dopo essersi azzuffato col loro capo. Da che parte stanno?? si chiede, cosa sta succedendo?. E così si presenta dal capo della CIA scavalcando i propri vertici militari e concordando con lui un piano per arrivare al generale Al-Rawi che potrebbe scongiurare una guerra civile ben peggiore se messo a capo della parte sana dell'esercito. Lui era presente alla riunione ed era riuscito a fuggire e lui è il Jack di Fiori nel mazzo di carte dei ricercati del vecchio regime. Tra l'altro è lui il fantomatico Magellano, si è incontrato in Giordania qualche mese prima col rappresentante del Governo americano Poundstone e non gli ha affatto rivelato la presenza di siti perchè erano stati tutti smantellati dopo la guerra con l'Iran. Così Poundstone, che adesso è plenipotenziario in Iraq e che fatica a formare un governo con i locali, aveva innescato il conflitto fornendo ad arte informazioni errate avvalendosi anche della stampa, e per non far scoprire il suo sporco gioco vuole adesso la morte del generale. La CIA, al contrario, vuole coinvolgerlo nella ricostruzione del paese martoriato e manda Miller sulle sue tracce che dovrà vedersela anche con le forze speciali mandate per eliminarlo e in un finale tutti contro tutti, il generale viene ucciso dall'interprete locale, il buon Freddy che ha perso una gamba a causa sua nel conflitto iraniano, - "non sta a te decidere il nostro futuro" - dice allo sbigottito Miller. Missione fallita, non resta che preparare un dettagliato rapporto sulla situazione irachena e mandarlo a tutti i principali organi di informazione mondiale e, a brutto muso, direttamente nelle mani di Poundstone che incassa con poca signorilità.
Il caos in cui sta precipitando l'Iraq è alle porte.
Il caos in cui sta precipitando l'Iraq è alle porte.
Gli americani sono bravissimi a fare e disfare, sono le Penelopi moderne, ed evitando gli aspetti umani e politici devastanti quell'area, che tale conflitto continua a rappresentare, il regista Paul -erbettaverde- Greengrass confeziona uno spettacolare film d'azione che scorre via veloce.
Tra tutte le verità di cui parlavo all'inizio, quella bellica è senz'altro la peggiore opzione a cui possa ricorrere l'uomo.
Green Zone 2010
Regia: Paul Greengrass
con
Matt Damon: Roy Miller
Greg Kinnear: Clark Poundstone
Brendan Gleeson: Martin Brown
Amy Ryan: Lawrie Dayne
Khalid Abdalla: Freddy
Yigal Naor: Generale Al-Rawi
Jason Isaacs: Maggiore Briggs
Bisogna dire che dopo il Vietnam, l'Iraq si sta rivelando un filone d'oro per il cinema americano ... oramai ogni settimana su sky ve ne è uno diverso ... visto in parte questo ... se ho tempo parlerò di altri, che mi hanno colpito di più ... forse perchè più intimistici nella descrizione dei protagonisti e una visione del conflitto non prevalentemete dal punto di visto bellico-militare ...
RispondiEliminathumb's up!!
RispondiEliminaal commento precedente
Greengrass, rimane sempre un regista dannatamente 'veloce', con sequenze quasi all'inverosimile. In questo film però ne rallenta l'efficacia laddove in The Bourne Supremacy ne aveva fatto un 'cavallo da battaglia' ma con un
RispondiEliminaMatt Demon sempre in ottima forma.
Consiglio, rimanendo in tema Iraq, 'Fair Game' con Sean Penn e Naomi Watts, liberamento ispirato ad una storia vera che racconta la storia dell'agente sotto-copertura della CIA Valerie Plame e del marito Joe Wilson.
Refìgista Doug Liman, autore del primo The Bourne Identity.
son d'accordo che the bourne supremacy sia di gran lunga più veloce
RispondiEliminal'altro non lo conosco
in questo ottimo film d'azione c'è un filino troppo di "ragionamento"
dove intendo preparazione all'evento
ovvero non si assiste a un plot ben definito sin dall'inizio con successiva azione che riempie la storia ma a tappe si sviluppa la vicenda e questo nuoce in parte
se da un lato si capisce fin dall'inizio la difficoltà a muoversi in quel contesto drammatico dall'altro risulta poi improbabile farlo facilmente nel prosieguo per non parlare del finale addirittura di notte in un labirinto pieno di pericoli e fin troppo facile da superare ...
ma il tempo terminava ...
;-))
Questo mi manca, ma ho già pronto il film registrato sulla Tv satellitare, appena trovo un po' di tempo lo andrò a vedere. Ho visto invece l'altro film su argomento affine: The Hurt Locker di Kathryn Bigelow (la ex moglie del regista di Avatar), che tra l'altro ha fatto incetta di oscar nell'ultima edizione del 2010, a dispetto del proprio ex marito che con Avatar ha fatto un piccolo flop (con un solo oscar per effetti speciali):
RispondiElimina* Oscar al miglior film
* Oscar al miglior regista: Kathryn Bigelow
* Oscar alla migliore sceneggiatura originale: Mark Boal
* Oscar al miglior montaggio: Chris Innis e Bob Murawski
* Oscar al miglior sonoro: Paul N.J. Ottosson e Ray Beckett
* Oscar al miglior montaggio sonoro: Paul N.J. Ottosson
In ogni caso, a prescindere dagli oscar, consiglio a chi ha gradito Green Zone di vedere anche Hurt Locker, mi ha colpito molto, la lucidità nella ricostruzione della realtà di questa "guerra per la pace" e mi ha colpito anche il messaggio che arriva dalla descrizione del sentiment dei soldati impiegati in Iraq...il protagonista sembra quasi succube dell'adrenalinica vita da artificiere in Iraq. Il finale lascia un po' d'amaro in bocca.