Sideways - In viaggio con Jack
Pinot Nero? E perché è bianco?dice Jack .. (già perchè lo è? dico io .. ma lo so e lascio al lettore la risposta)
Io non bevo nessun cazzo di Merlot, chiaro?
fa Miles stizzito ... queste e altre elucubrazioni in questo film ad effetto "on the road of wine" che vinse pure un oscar nel 2005 come miglior sceneggiatura non originale. Il film però è talmente originale che divenne ben presto un cult tanto da far incrementare notevolmente le vendite di vino nei paesi anglofoni e lievitare a dismisura il flusso dei turisti nei luoghi scelti come location.
Jack è uno strampalato Thomas Haden Church (nomination come attore non protagonista) che deve sposarsi in una zona vinicola scelta per l'occasione e Miles è un suo vecchio amico di college: l' enologo Paul Giamatti. E mentre quest' ultimo vuol festeggiare l'evento con buon cibo e bevendo buon vino, il compare vorrebbe invece dedicare il suo ultimo weekend da scapolo a un sano, e perchè no encomiabile, ..libertinaggio.
Ed infatti entrano in scena Maya
Jack è uno strampalato Thomas Haden Church (nomination come attore non protagonista) che deve sposarsi in una zona vinicola scelta per l'occasione e Miles è un suo vecchio amico di college: l' enologo Paul Giamatti. E mentre quest' ultimo vuol festeggiare l'evento con buon cibo e bevendo buon vino, il compare vorrebbe invece dedicare il suo ultimo weekend da scapolo a un sano, e perchè no encomiabile, ..libertinaggio.
Ed infatti entrano in scena Maya
Secondo me, aprire uno Cheval Blanc del 1961, quello è il momento speciale!
- cameriera del ristorante - Virginia Madsen (la bellissima Principessa Irulan già presente qui nel blog alla voce Dune) e Stephanie - Sandra Oh (a me intriga tanto questa canadese-coreana in camice blu) una sua amica anch'essa enologa. I due naturalmente non svelano la natura del viaggio e le imminenti nozze e iniziano una serie di corteggiamenti più o meno serrati che daranno luogo a scene e gags molto divertenti fino al finale del matrimonio di Jack che ha rimediato solo botte dalla sua possibile conquista Stephanie, messa in guardia circa l'imminente matrimonio dall'amica Maya ..
Il vino è un essere vivente. E amo immaginare l'anno in cui sono cresciute le uve di un vino. Se c'era un bel sole, se pioveva. E amo immaginare le persone che hanno curato e vendemmiato quelle uve. E se è un vino d'annata, penso a quante di loro sono morte. Mi piace che il vino continua a evolversi. Che se apro una bottiglia oggi avrà un gusto diverso da quello che avrebbe se l'aprissi un altro giorno. Perché una bottiglia di vino è un qualcosa che ha vita. Ed è in costante evoluzione e acquista complessità, finché non raggiunge l'apice. Come il tuo Cheval Blanc. E poi comincia il suo lento, inesorabile declino. E che sapore... cazzo, quant'è buono!
Ha la buccia sottile, è sensibile, matura presto. Non è una forza come il Cabernet che riesce a crescere ovunque e fiorisce anche quando è trascurato. No, al Pinot Nero servono cure e attenzioni. Sì, infatti cresce soltanto in certi piccolissimi angoli nascosti del mondo. E solo il più paziente e amorevole dei coltivatori può farcela, è così. Solo chi si prende davvero il tempo di comprendere il potenziale del Pinot sa farlo rendere al massimo della sua espressione. E inoltre, andiamo .. oh, i suoi aromi sono i più ammalianti e brillanti, eccitanti e sottili e antichi del nostro pianeta.
Un film da non perdere per i cultori del vino e anche per chi muove i primi passi nell'affascinante mondo del nettare degli dei. Io l'ho visto in quest'ottica ed ho visto in me rafforzare la passione per il Pinot Nero, ma anche per lo stesso Merlot (che nel film viene denigrato) al pari del Carbenet Frank. Ma ironia vuole che il vino principe del film uno Château Cheval Blanc del 1961, non sia nient'altro che un taglio bordolese Merlot - Cabernet Frank.
Come in tutti i film, o quasi, esiste una morale, ed in questo è molto semplice : è il vino che bevi che crea un'occasione speciale e non il viceversa.
Suggestiva la fotografia ambientata nella Santa Ynez Valley.
Scritto a due mani con Gobbo Trentino da un'idea di Mark'O
Premier grand cru classè A; 37 ettari con circa 58% di Cabernet Franc e 48% di Merlot; età media delle vigne circa 45 anni; densità di impianto 8000 ceppi per ettaro e resa di circa 35hl per ettaro. Fermentazione in cisterne d’acciaio inox e cemento (intorno ai 21/28 giorni), invecchiamento di circa 18 mesi in barrique 100% nuove. Le bottiglie prodotte sono circa 100.000 per il vino principale e 40.000 per Petit Cheval che è il secondo vino.
RispondiEliminaUn bacione a tutti
se potessi non mi fermerei dai
RispondiEliminaLatour, Mouton, Margaux del
Barone Rothschild ..
ma anche il color mattone e il
sentore di peperone e legni esotici
del Lafite ...
siamo indietro ancora ma stiamo
uscendo bene, certo che cantine con
600 anni di età è difficile
trovarne da noi .. però pian piano
insidiamo ai cugini almeno il
primato delle vendite
certo che se gente come il carcagno
invece del "goto de vin" si fa
la peroni .. è dura
;-))
mercì S.Emiliòn
Saint Emilion ... grazie ... immagino coltivazione a guyot ... quanto d'altezza?
RispondiEliminae l'affinamento in bottiglia per quanto tempo?
e le Petit Cheval quanto fa al garrese? ;-))
un bacione ... spero speso bene ... ;-))
scusaci ma di fondo rimaniamo minkioni ...
Zio ma loro, la loro storia la sanno difendere ... gli americani li hanno cacciati via a calci in culo ... mentre da noi si sono comprati le migliori tenute ... e da noi, salvo rari casi, è più importante che la cantina sia firmata da qualche architetto che il lavoro di selezione in campagna e in cantina ... e mentre scrivo, penso che gli amici Denis & Enzo, siano due folli, ma credo che il tempo gli darà ragione ... immagino lo sconcerto di Denis all'affermazione sul Merlot ... ;-)
RispondiEliminaVino molto particolare che utilizza una forte percentuale di Cabernet Franc e, che pur essendo al confine con l’AOC Pomerol, non ha similitudine né con gli altri vini di St Emilion né con quelli di Pomerol. Il colore è un rosso rubino molto profondo, l’unghia si mostra leggermente aranciata, la viscosità è fitta.
RispondiEliminaAl primo naso appare molto fine, elegante, leggermente alcolico, frutto molto maturo e un passaggio in legno che ormai è completamente integrato nel corpo del vino. Il secondo naso ci svela aromi di cuoio, animali, un leggero sentore di humus, ancora aromi balsamici che ricordano l’eucalipto e il mentolo e poi, per finire, i sentori di cacao e frutta a bacca nera. Ancora uno speziato che rammenta il tenore alcolico.
In bocca l’attacco è sul tenore alcolico, la freschezza è presente ma non è eccessiva; i tannini sono molto fini e presenti. La struttura è molto buona, il finale medio. Un vino veramente di alto livello: struttura, equilibrio, eleganza, perfetto nello stile Cheval Blanc. Migliorerà ancora. Per me può essere considerato come uno dei Cheval Blanc meglio riusciti. Solamente il tempo lo potrà confermare...
ma di me nessuno fa un film?
RispondiEliminaclap clap gt *standing ovation*
RispondiElimina@mark
RispondiEliminaringrazia lo zio ... che vista la tua recensione si è messo le mani nei capelli ... io gli ho solo dato forza morale e due tre spunti ... oltre al pistolotto finale ... ma il lavoro sporco lo ha fatto lui ... la prossima volta aggiungi anche un tuo commento ... minkione pusterese ;-))
già!!
RispondiEliminail guest post deve essere frutto
dell'ospite e poi noi pensiamo solo
a formattare e infiocchettare
cmq bravo lo stesso per lo spunto
mark O'gnukko
;-))
sono piu bravo nel guardare (i film) che nel scrivere ..hehehe
RispondiEliminaperquesto mi va benissimo cosi!
trovo interessante leggere i pareri dei altri, recensioni, interpretazioni e kaki vari...
comunque se vi va bene ogni tanto vi mandero' una mail con perla dentro, forse anche qualcosa di meno conosciuto del cinema europeo..skandinavia e quelle parti li. a-ugh
A me piace la birra ma ne bevo poca perchè gonfia. Ogni tanto mi butto sul rosso ma solo nei periodi freddi, in quelli caldi pasteggio ad acqua. Accontentiamoci.
RispondiEliminaun black-out mi ha tagliato fuori per un paio di orette .. giusto il tempo di postarvi questa curiosa scena
RispondiEliminavista ieri sera guardando il film
ULISSE di Mario Camerini con protagonista Kirk Douglas.
Orbene quando i greci sono rinchiusi nell'antro di Polifemo a Ulisse viene l'idea di ubriacare il gigante col vino e si mette coi compagni a pigiare dell'uva e riempire delle tinozze subito tracannate avidamente dal figlio di Nettuno il quale con voce stentorea
grida:
"dimmi che cos'è questo liquido
così buono e che mi brucia dentro?"
e l'eroe:
"è vino, il nettare della terra"
... a quei tempi il vino si faceva in un attimo .. e i treni arrivavano in orario ..
;-))
mica avevamo i sindacati allora ...
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