I vitelloni
C inque giovani e il loro bighellonare in un inverno qualsiasi di un posto di mare. Alberto ama scommettere, giocare a biliardo, fare scherzi e non si cura di cercare un lavoro tanto c'è sua sorella Olga che lavora e lo mantiene nella casa dove vivono con la vecchia e amatissima madre. Lui è un bambinone, al contrario di Moraldo, molto più maturo nonostante sia più giovane di età e di Leopoldo, l'intellettuale del gruppo che oltre a perder tempo con i suoi amici, di notte ama scrivere copioni teatrali. Riccardo oltre ad essere un bravo cantante è quello sempre a disposizione di tutti, con l’unica preoccupazione di ingrassare, mentre l'esuberante Fausto è il capo della combriccola. Ha sedotto Sandra, sorella di Moraldo e deve sposarla oltre a trovarsi un lavoro per provvedere al sostentamento della famiglia. Intanto si appoggiano presso i genitori di lei con il suocero che si prodiga per farlo assumere da un suo conoscente che vende oggetti sacri e antichi aiutato da sua moglie Giulia. Ma nonostante sia sposato e dopo qualche tempo diventato padre di un bel maschietto, Fausto è troppo attratto dalle donne e le corteggia in ogni occasione tradendo la moglie e cacciandosi nei guai, come quando tenta di insidiare Giulia, la moglie del padrone dove lavora, che lo caccia su due piedi. Alberto ha visto sua sorella scappare di casa con un uomo sposato ma è incapace di dare una svolta alla sua esistenza, rifugiandosi anche nell'alcool. Leopoldo potrebbe aver fortuna a teatro ma non sfrutta l'occasione per il rischio di una probabile relazione omosessuale con chi dovrebbe lanciarlo e si perde banalmente nel tran tran del paese. Riccardo è sempre sul chi va là, pronto a intervenire, come quando scatta l'allarme e carica tutta la compagnia in macchina alla ricerca di Sandra che, stanca dell'ennesimo di tradimento di Fausto, è scappata di casa col piccolo. Si teme il peggio, non si riesce a trovarla e stavolta Fausto sembra veramente distrutto. Ma fortunatamente la ragazza si è rifugiata dal suocero che quando vede arrivare suo figlio Fausto lo riempie di botte per mettergli la testa a posto. Sandra interviene per placare il suocero e perdona suo marito col quale finalmente avrà un futuro sereno. Gli altri? sempre lì a tirare avanti con le loro esistenze rischiarate solo da qualche festa o occasione particolare. Solo Moraldo ha deciso di andarsene. Il più buono e saggio di tutti che prende il treno per lasciare quel posto anche se non sa dove andare e cosa fare.
Capolavoro di Fellini che lascia chiaramente intravedere in questo suo quarto film, quello stile che lo caratterizzerà in seguito, dove realismo, ricordi e vite vissute si mescolano in un crescendo di emozioni a volte tristi e altre divertite. Per evidenziare i difetti italici e quella provincia che li pasce in questo evidente pre-Amarcord, Fellini si avvale di grandissimi interpreti e alcune scene, come il famosissimo gesto dell'ombrello fatto ai lavoratori lungo la strada da Alberto Sordi è saldamente nei ricordi di tutti. O come la sua predilezione per l'avanspettacolo anche qui ben rappresentato con le sue soubrettine e tutto il contorname alle loro esistenze vagabonde.
I vitelloni
Italia 1953
Regia: Federico Fellini
Musiche Nino Rota
con
Alberto Sordi: Alberto
Franco Interlenghi: Moraldo
Franco Fabrizi: Fausto Moretti
Leopoldo Trieste: Leopoldo
Riccardo Fellini: Riccardo
Eleonora Ruffo: Sandra Rubini
Jean Brochard: Francesco, il padre di Fausto
Claude Farell: Olga, la sorella di Alberto
Carlo Romano: Michele, l'antiquario
Lída Baarová: Giulia, sua moglie
Enrico Viarisio: il padre di Moraldo e Sandra
Paola Borboni: la madre di Moraldo e Sandra
Guido Martufi: Guido, il giovane fattorino
Arlette Sauvage: la sconosciuta nel cinema
Vira Silenti: Gisella
Maja Nipora: Caterina, la soubrette
Achille Majeroni: Sergio Natali, il capocomico
Silvio Bagolini: Giudizio
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