I complessi
Un film a episodi di satira e commedia all'italiana che si vede sempre con piacere anche perchè testimonia uno spaccato di società spensierata e in forte crescita che l'Italia visse negli anni '60. I problemi erano altri, come la timidezza nell'approccio col gentil sesso - diametralmente opposto a quanto avviene oggi – del primo episodio che vede un bravo Nino Manfredi alle prese con la bella collega Ilaria Occhini che .. tanto gentile e tanto onesta pare .. ma in realtà ha già un amante e consegna letteralmente il timidone nelle mani della racchia di turno che se lo porta a casa per assaggiare il vinagretto che ha fatto mammà .. e l'episodio si chiude con le sbarre del cancello di casa che si chiudono alle spalle della coppia a mo' di prigione, lasciando presagire un futuro non molto felice per il povero Nino.
Nel secondo un super Ugo Tognazzi - potente burocrate di stato di vecchio stampo democristiano - che è ossessionato dal sesso e dalla morale cattolica ereditata dal suo passato di seminarista. Tiene sempre a precisare a mezzo stampa che lui non c'entra nulla con le imprese di un suo quasi omonimo ingegnere play-boy che impazza sui quotidiani. Lui, il cui motto è "pazienza e fede", al massimo può essere un play-boyscout dice sorridendo ai tanti giornalisti che convoca quotidianamente nel suo ufficio. L'ironia vuole che sua moglie abbia girato delle scene di nudo prima di sposarsi in un film "peplum" e cerca in tutti i modi di distruggere le foto di scena e le copie del film che potrebbero andare all'estero senza i tagli della censura. In questa lotta spasmodica finisce nello studio del fotografo che potrebbe avere ancora delle copie e si trova coinvolto in un festino gay - negli anni '60, ben prima dei raduni "pride" di questi giorni .. pensate un po' - e scoppia lo scandalo. Questa volta sarà l'ingegnere play a precisare sui giornali che lui è del tutto estraneo.
Nel secondo un super Ugo Tognazzi - potente burocrate di stato di vecchio stampo democristiano - che è ossessionato dal sesso e dalla morale cattolica ereditata dal suo passato di seminarista. Tiene sempre a precisare a mezzo stampa che lui non c'entra nulla con le imprese di un suo quasi omonimo ingegnere play-boy che impazza sui quotidiani. Lui, il cui motto è "pazienza e fede", al massimo può essere un play-boyscout dice sorridendo ai tanti giornalisti che convoca quotidianamente nel suo ufficio. L'ironia vuole che sua moglie abbia girato delle scene di nudo prima di sposarsi in un film "peplum" e cerca in tutti i modi di distruggere le foto di scena e le copie del film che potrebbero andare all'estero senza i tagli della censura. In questa lotta spasmodica finisce nello studio del fotografo che potrebbe avere ancora delle copie e si trova coinvolto in un festino gay - negli anni '60, ben prima dei raduni "pride" di questi giorni .. pensate un po' - e scoppia lo scandalo. Questa volta sarà l'ingegnere play a precisare sui giornali che lui è del tutto estraneo.
Nel terzo episodio si raggiunge l'apoteosi con uno strepitoso Alberto Sordi "Dentone" che a dispetto di un viso non certo fotogenico, per via di una bocca dalla quale spuntano denti enormi, si cimenta con caparbietà in un concorso per lettore del telegiornale serale. Con risolutezza e preparazione curatissima e in assoluta freschezza e purezza di spirito - lui è convinto solo di avere il naso un po' aquilino - sbaraglia la concorrenza mettendo nei guai la commissione che non sa che pesci prendere per via del suo aspetto certamente improponibile in TV. Ma Dentone contro ogni aspettativa conquista le simpatie degli italiani oltre quelle delle gemelle Kessler.
E' questo terzo episodio, il più famoso, a mettere in bella mostra tutta la Rai dell'epoca, quando giustamente si poteva definire "mamma Rai", dispensatrice di sogni e spensieratezza, coi suoi programmi tutti seguitissimi e i suoi tanti interpreti. E nel film li vediamo un po' tutti, almeno quelli in auge in quegli anni, e in quest'ottica come dicevo è senz'altro un film per ricordare come eravamo, un godibile e sano aiuto alla memoria.
E' questo terzo episodio, il più famoso, a mettere in bella mostra tutta la Rai dell'epoca, quando giustamente si poteva definire "mamma Rai", dispensatrice di sogni e spensieratezza, coi suoi programmi tutti seguitissimi e i suoi tanti interpreti. E nel film li vediamo un po' tutti, almeno quelli in auge in quegli anni, e in quest'ottica come dicevo è senz'altro un film per ricordare come eravamo, un godibile e sano aiuto alla memoria.
... quello fa venire i vermi ai bambini ...
I complessi
Italia - Francia 1965
Regia:
Dino Risi - Una giornata decisiva
Franco Rossi - Il complesso della schiava nubiana
Luigi Filippo D'Amico - Guglielmo il dentone
interpreti principali per episodio
Nino Manfredi: Quirino Raganelli
Ugo Tognazzi: prof. Gildo Beozi
Alberto Sordi: Guglielmo Bertone
Visto più volte e se lo si guarda è sempre attuale ...
RispondiEliminaTognazzi fantastico.
RispondiEliminaBravi ragazzi.
Rimanendo in tema di amarcord,
ieri mattina alle 7.30 su RAI3 hanno dato 'La ragazza di Bube' di Comencini, tratto dall'omonimo libro di Carlo Cassola.
io invece mi son visto abbasso la miseria con una straordinaria anna magnani
RispondiEliminanannarella forever!!
io ho dormito.
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