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Il sergente Bum!
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Accusato di diserzione il sergente James O'Hearn rifiuta di difendersi di fronte alla Corte Marziale finché giunge una teste le cui dichiarazioni inducono l'uomo a parlare. Lei è Ginger Martin ed era prossima a sposarsi con il soldato Davey White, amico intimo del sergente col quale si era trovato coinvolto in una bisboccia durante una libera uscita che li aveva visti fuggire da un locale a bordo di un motoscafo. Mentre cercavano di raggiungere la loro nave, perdevano il controllo del mezzo e finivano in mare aperto dove venivano raccolti da una giunca da pesca cinese. Ma durante il viaggio i diverbi tra i due circa l'opportunità di fare rientro alla base o di sposarsi e dare un taglio alla vita militare, fanno si che litigando, mettono in pericolo l'imbarcazione da dove vengono scaraventati fuori. Per fortuna c'è un'isoletta nei pressi che è governata dai francesi che hanno avuto il sopravvento su loro connazionali incarcerati in quanto contrari al Governo di Vichyfilo nazista. Davey gioca allora la carta dei disertori in modo da farsi accogliere dal rude governatore farlocco dell'isoletta, il quale è lieto della loro scelta e di informarli che il Giappone li ha bastoni per bene a Pearl Harbour, distruggendo la loro flotta e facendoli pertanto trasecolare. Non possono mostrare sorpresa e decidono di stare al gioco finché si presenta l'occasione di fuggire dall'isola all'arrivo di un moderno e veloce yacht, in apparenza battente bandiera olandese, ma in pratica di proprietà tedesca che intende impiantare nell'isoletta una potente stazione radio utile per la causa, visto che nella vicina Guadalcanal stanno per sbarcare gli alleati Giapponesi E' il momento di fare un colpo di mano e impossessarsi dello yacht, cosa che l'amico Davey non sembra gradire, desideroso solo di sposarsi con la sua Ginger. Ma la donna tentenna e fa capire a entrambi che è forse innamorata anche del rude sergente, scatenando l'ira di Davey, subito rivolta all'azione che stanno per compiere e che a questo punto lo vede unirsi all'amico, ora anche rivale in amore. Liberano i francesi imprigionati e con loro assaltano l'armeria impossessandosi di numerose armi ed esplosivi che caricano sullo yacht, dopo aver sopraffatto la piccola guarnigione presente. Dopo di che, raggiunto il largo, scorgono i fumaioli di un incrociatore giapponese e con lui numerosi zatteroni da sbarco. Ci siamo dice il sergente e senza destare sospetti si avvicina al convoglio dove una volta a tiro, fa scoprire le sue armi e aprire il fuoco. L'azione improvvisa sorprende i Giapponesi che stentano a riaversi per poi passare al contrattacco. L'equipaggio del piccolo yacht si batte furiosamente ma soccombe inesorabilmente. Ma quando l'incrociatore, deciso a speronarli, si avvicina, il sergente al timone lo evita quel tanto che basta al soldato Davey di saltarvi a bordo e immolarsi facendo esplodere la nave dopo essersi arrampicato sul fumaiolo e avervi lanciato dentro il suo zaino esplosivo. Il sergente e Ginger si ritrovano in acqua dove un sottomarino americano li raccoglie per condurli in salvo. La memoria del suo amico è salvata e la giuria non può che scagionare da ogni accusa il sergente. Lo vediamo raggiante far visita a Ginger nel locale dove lavora per chiederle di sposarlo, ottenendo, dopo un iniziale svenimento, il suo sincero accoglimento.
South Sea Woman Stati Uniti d'America 1953
Regia: Arthur Lubin Musiche David Buttolph
con Burt Lancaster: sergente James O'Hearn Virginia Mayo: Ginger Martin Chuck Connors: soldato Davey White Arthur Shields: "Jimmy-legs" Donovan Barry Kelley: Colonnello Hickman Leon Askin: Pierre Marchand Veola Vonn: Lillie Duval Bob Sweeney: Tenente Miller della difesa Hayden Rorke: Tenente Fears dell'accusa Raymond Greenleaf: Capitano alla Corte Marziale Paul Burke: Ufficiale alla Corte Marziale Henri Letondal: Alphonse William O'Leary: Smith John Alderson: Fitzroy George Saurel: Jacques Viola Daniels: nipote di Lillie Alena Awes: nipote di Lillie Rudolph Anders: Capitano van Dorck
Voglio fare un appello con questo film a chi lavora nel cinema affinché a distanza di 40 anni si torni a produrre un genere che tante soddisfazioni ha dato al settore in termini di incassi e lavoro. Certo il filone ha rappresentato anche un concentrato di luoghi comuni finendo spesso in sciocchezze e corbellerie col solo scopo di far cassa etichettandosi col tempo solo come fenomeno violento e di consumo. Perchè non c'era la TV e il cinema era il solo luogo di svago e bisognava riempire le sale con prodotti ripetitivi in quantità e a scapito della qualità. Ma pur sempre creando un mestiere associato ad esso fatto di buoni caratteristi, registi, comparse e maestranze specializzate in carpenteria, falegnameria e vari e sempre senza l'utilizzo di una sola lira del denaro pubblico. Ecco perché vorrei che firmaste nei commenti questo appello affinché torni in auge un genere, magari anche con altri, che un tempo caratterizzarono il nostro Cinema nazionale. Ci vorrebbe in ver...
Trama: I ragionieri Antonio Guardalavecchia (Totò) e Giuseppe Colabona (Peppino De Filippo) sono impiegati presso la filiale di Napoli della ditta Pasquetti, una società di trasporti. Il loro capoufficio è Cesare Santoro, superiore molto severo che non tollera l'atteggiamento poco professionale dei due impiegati. Al culmine dell'ennesimo rimprovero riservato a Colabona e Guardalavecchia davanti a un impiegato neoassunto, il catanese Donato Cavallo, Santoro li minaccia di trasferirli in Sardegna. L'improvvisa morte del capoufficio dà inizio a una spietata "guerra per la successione" tra Colabona e Guardalavecchia, lotta i cui segnali si manifestano già al funerale di Santoro. Parodìa stupenda dell'avidità e dell'ambizione delle persone che pur di raggiungere anche miserrimi obiettivi son pronti a tutto. Trasferito in ambito politico nella nostra povera Italia, Guardalavecchia, Colabona e Santoro vi ricordano qualcuno? Ribadisco, il "Pri...
Devo dire che il cinema mi ha spesso fatto conoscere musiche che non avrei mai immaginato di ascoltare e questo bellissimo film del quale abbiamo già parlato in questo post serve più che altro a farvi conoscere uno dei più grandi baritoni di tutti i tempi: Tito Gobbi . Considerato da molti inarrivabile per il timbro di voce, in questo film presta la voce "canora", perchè il parlato è di Giulio Panicali uno dei tre più grandi doppiatori della storia del cinema nazionale, a Dennis King , Frà Diavolo alias il Marchese di San Marco . Nel clip mancano i 2 interpreti principali, Stanlio e Ollio , ma lo scopo era quello di far ascoltare questa bellissima aria che potrete divertirvi a cantare dal momento che inserisco le parole e credo tantissimi nel web approfitteranno con i motori di ricerca a reperirle qui e tuttavia possiamo notare alcune delle spalle abituali del duo comico come James Finlayson e la bella Thelma Todd . Per i crediti potete andare al post originale: Frà ...
H enry , un killer professionista, si è ritirato dopo l'ultimo incarico in una casetta in mezzo al nulla gelato della foresta dello stato di Washington DC vicino al confine canadese. A turbare i silenzi della natura che lo circonda arriva un tonfo sinistro quando nei pressi si schianta una motoslitta con a bordo una ragazza che rimane ferita piuttosto seriamente. Henry la porta al sicuro dai lupi che stanno già fiutando la preda avendone assaggiato il sangue sulla neve e inizia a curarla con i pochi mezzi di cui dispone. Le estrare diverse schegge di legno da una gamba e dopo qualche giorno una ancor più preoccupante nell'inguine. In genere non salva le vite tuttavia quella ragazza indifesa non poteva lasciarla in balia delle intemperie e dei lupi famelici, ma qualcosa in lei lo insospettiva. Intanto non aveva cellulare e nemmeno documenti per cui quel nome, Melody , che le ha dato potrebbe essere falso ragion per cui appena si sarà ripresa dovrà alzare i tacchi e lasciar...
« Il Cristianesimo è una religione democratica basata sul lavoro » (Don Camillo) Da i romanzi di Guareschi , sono tratti una serie di film che meglio di tanti altri hanno descritto l'Italia post bellica ed il suo passaggio da civiltà rurale e patriarcale a società moderna. Tutti prodotti dalla Cineriz e interpretati da Fernandel (don Camillo) e Gino Cervi (Peppone) gli episodi sono cinque: 1. Don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1952) 2. Il ritorno di don Camillo (regia di Julien Duvivier, 1953) 3. Don Camillo e l'onorevole Peppone (regia di Carmine Gallone, 1955) 4. Don Camillo monsignore... ma non troppo (regia di Carmine Gallone, 1961) 5. Il compagno don Camillo (regia di Luigi Comencini, 1965) Non so quante volte li ho rivisti, ma ogni volta è come se fosse la prima ed in ogni occasione ne trovo una chiave di lettura nuova. Centro degli episodi è la contrapposizione tra il sentimento cristiano di don Camillo e l'ideol...
Se c'è un attore che sempre mi ha convinto nelle sue interpretazioni questo è Andy Garcia, e nel limite del possibile ho sempre cercato di vedere i suoi film. In The Lost City, egli non è solo l'attore protagonista, ma anche il regista, produttore esecutivo e autore delle musiche. E aggiungiamoci pure che come il protagonista del film anch'egli è un esule cubano. Il film narra la storia di Fico (A. Garcia) proprietario di un locale notturno "El Tropico" di L'Avana durante la dittatura di Battista e all'alba della rivoluzione Castrista. Nella sua famiglia il padre, docente universitario, è per un opposizione parlamentare al regime di Battista, mentre suo fratello Ricardo si unisce al movimento, extraparlamentare, comunista di Fidel Castro e l'altro fratello, Luis, al movimento democratico (sempre extraparlamentare). Man mano che il regime Castrista raggiunge il potere ed il controllo della vita cubana, le attività del locale di Fico sono ridotte, prima...
Severine è candida, Severine è diafana, Severine è ialina, Severine è pura, Severine è perversa, Severine è la Bella di Giorno Severine è Luis Bunuel e la sua proiezione erotica, dissacratoria di una società borghese e perbenista, ne incarna le sue allucinazioni surrealiste fatte di sogno e realtà sempre in bilico tra di esse. A volte ironiche, altre violente, ma sempre eleganti nel conflitto che pongono allo spettatore su cosa sia normale o anormale, giusto o sbagliato. Nel 1967 la società era all'inizio di quei moti che l'avrebbero sconquassata dalle basi bigotte e borghesi e il film fu molto duro da digerire e solo un genio come Bunuel poteva portare sullo schermo un tema così scioccante e se vogliamo amorale, schiaffeggiando il perbenismo dell'epoca con una … carezza chiamata Catherine Deneuve . Lei era la giusta incarnazione per il suo progetto, una donna giovane, borghese che mai al mondo uno avrebbe immaginato di proporle una parte simile. E qui come in seguito,...
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