Il figlio di Spartacus
C onquistato l'Egitto ed eliminato Pompeo, Cesare deve guardarsi dalle mire di Crasso. Per questo manda a Zeugma il suo fidato centurione Rando in veste di suo ambasciatore, con lo scopo di scoprire i suoi piani e di riferire. Tuttavia per strada viene assalito da guerrieri Lidii che stanno scortando un gran numero di schiavi in catene e fatto prigioniero nonostante le sue credenziali. Tuttavia approfittando di una sosta, riesce a liberarsi e con gli altri schiavi a riottenere la libertà. Alcuni di loro notano lo strano amuleto che porta al collo e lo riconoscono come il figlio di Spartaco, il gladiatore che si ribellò a Roma e la tenne in scacco per diversi anni, finché proprio Crasso lo sconfisse e fece inchiodare alla croce. In effetti lui ce l'ha dalla nascita quel medaglione, ma sulle prime non crede alla loro storia e li lascia andare nel luogo dove loro vorrebbero portarlo, una vecchia città abbandonata nel deserto. Intanto a Zeugma l'equivoco viene ben presto chiarito e Crasso lo riceve a palazzo con le scuse dovute ad un ospite di rango come il suo, alle quali seguiranno le punizioni per coloro che si sono macchiati di questo oltraggio. Crasso è uomo ricchissimo e temuto per la sua crudeltà e Rando prende immediatamente coscienza delle dure condizioni di vita che impone ai suoi amministrati, non esitando ad uccidere chi si ribella o a venderlo come schiavo per accumulare oro. Intende inoltre pagare Farnace che con un esercito dieci volte superiore alle due legioni di Cesare, può garantirgli la strada spianata verso Roma e al Re del Ponto la ricchezza e la gloria di aver sconfitto l'invincibile Cesare. Rando nel frattempo ha avuto modo di scoprire le sue vere radici e di essere veramente il figlio di Spartaco e di avere ai suoi comandi un'intera popolazione che lo adora. Pertanto inizia dapprima con piccole azioni di disturbo all'interno del palazzo agendo senza destare sospetti. Poi con imboscate in aperta campagna e infine, scoperto e catturato, con la rivolta totale della provincia. Ucciso Crasso deve vedersela ora con il sopraggiunto Cesare, che pur apprezzando il suo operato non può esimersi dal metterlo a morte per la rivolta e per quello che potrebbe rappresentare nei delicati equilibri delle altre province. Ma Cesare di fronte al popolo compatto che, ora come allora, urla in coro "io sono Spartaco", capisce che non può lasciare a Verulo, nominato al posto del defunto nemico, il governo di una provincia di morti. Che spezzare catene a volte ripaga più di cento battaglie vinte e quindi Rando può vivere in pace con la sua gente, amato dalla ex schiava Saida che ha saputo accompagnarlo e amarlo fin dall'inizio della sua avventura.
Steve Reeves, al massimo del suo vigore fisico, interpreta alla grande il ruolo a lui più congeniale e che lo rese famoso prima nel nostro paese e poi nel mondo, con ottimi comprimari e con gli eccezionali esterni d'Egitto, con Piramidi e Sfinge in bella mostra come pure Saqqara e le tante comparse locali che danno vita a impressionanti scene di massa. Insomma un peplum di ottima fattura e senz'altro di livello maggiore della media del genere. Cast femminile che vede Ombretta Colli prevalere nella trama, ma non in bellezza, nei confronti della indimenticabile Gianna Maria Canale.
Il figlio di Spartacus
Italia 1962
Regia: Sergio Corbucci
Musiche Piero Piccioni
con
Steve Reeves: Rando
Gianna Maria Canale: Clodia
Claudio Gora: Crasso
Jacques Sernas: Vezio
Ombretta Colli: Saida
Ivo Garrani: Giulio Cesare
Enzo Fiermonte: Goular
Ahmed Ramzy: Murdok
Franco Balducci: Vero
Roland Bartrop: Lumone
Renato Baldini: Verulo
Hassan Ahmed: Zarok
e con
Giovanni Cianfriglia
Benito Stefanelli
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