...E alla fine lo chiamarono Jerusalem l'implacabile
N el nutrito dopo Trinità, dove molti registi si tuffarono per intingere il biscotto nei lauti incassi del filone, si inserisce questa simpatica pellicola, con un cast senz'altro al di sopra del valore dell'opera, diretta da un Tony Secchi che da ottimo direttore della fotografia, al fianco di vari e affermati registi italiani, si cimenta nella regia con buoni risultati, in quello che doveva essere un normale spaghetti-western e che strada facendo ne è diventato parodia proprio per incontrare i favori del pubblico, che stava apprezzando molto di più il filone comico demenziale introdotto nel genere. Il vecchio Billy Bronson, ex fuorilegge, è stato ingaggiato dallo sceriffo per scortare un paio di casse piene d'oro da consegnare al Generale Briscott come contributo alla causa sudista nella guerra contro il Nord. Ad aiutarlo suo figlio Jessie, un damerino cresciuto dalle suore, e dall'aspetto tutt'altro che impressionante, visto le pernacchie che gli riservano al suo arrivo quelli della banda di Joe. Ben presto però impareranno a conoscerlo a proprie spese con dosi massicce di padellate in testa. Il ragazzo infatti, che le suore han ribattezzato Jerusalem, è abilissimo con la colt e i pugni, ma il suo pezzo forte, la sua specialità, è la padella con la quale colpisce con grande maestria i suoi avversari mettendoli tutti al tappeto. Ne fanno le spese, il pistolero Fernand, la banda di messicani del Pampero guidata dal terribile El Tornado, un finto prete armato fino ai denti, gli indiani Tiburtini caratteristici per il loro forte accento romano, e anche Bobo, un forzuto energumeno che si è unito a loro e ha tentato più volte di rubare il prezioso carico. In realtà hanno tutti lottato per rubare o difendere due casse piene di pietre, giocati dallo sceriffo che ha avuto così la possibilità di trasferire l'oro direttamente al generale senza correre rischi, con tutti i tagliagole della zona impegnati dietro a Jerusalem e suo padre. Anche Connie che ha tramato con tutti i pretendenti all'oro, è in realtà figlia del generale, ed ha messo alla prova la lealtà di Jerusalem verso la causa sudista. Ma non c'è tempo per esultare che tutti i banditi del film si sono coalizzati per l'assalto finale al prezioso metallo, che in un finale scoppiettante finisce perduto in un profondo canyon. A padre e figlio non resta che rimettersi in marcia verso nuove avventure.
Scott Holden figlio di William Holden e Brenda Marshall, è all'esordio in quella che sarà una brevissima carriera, ma sorretto da un bell'aspetto, modi simpatici e una discreta bravura nelle scene di azione, lascia senz'altro un buon ricordo. Keenan Wynn, Philippe Leroy e la bella Delia Boccardo impreziosiscono la pellicola con la loro presenza, che si avvale anche di Mimmo Palmara e tanti comprimari di quel tempo e genere, tra i quali l'indimenticabile Nello Pazzafini.
...E alla fine lo chiamarono Jerusalem l'implacabile
(Padella calibro 38)
Italia 1972
Regia: Tony Secchi
Musiche Franco Micalizzi
con
Keenan Wynn: Billy Bronson
Scott Holden: Jessie Bronson / Jerusalem
Delia Boccardo: Connie Briscott
Giorgio Trestini: Bobo
Remo Capitani: El Tornado
Philippe Leroy: Generale Briscott
Mimmo Palmara: Sceriffo
Franco Fabrizi: Capo indiano Cervo Nero
Nello Pazzafini: Joe
Gino Marturano: scagnozzo di Joe
Osiride Pevarello: scagnozzo di Joe
Giorgio White: Fernand
Gino Cagna: Prete
Alberto Dell'Acqua: Sergente
non accreditato Pietro Torrisi nei panni di un indiano Tiburtino
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