Capitalism: a Love Story
Un cazzotto nello stomaco dello spettatore benpensante. L’ ingordigia di un mondo che ha fatto del profitto un Dio, un Moloch, al quale sacrificare ogni qualsivoglia elementare diritto alla vita relegandolo miseramente al livello di sopravvivenza. Un appello alle coscienze di chi ancora crede nel modello americano di vita e di sviluppo. Questo film di Michael Moore arriva dritto al cuore di chi lo guarda perché non parte dal presupposto di condanna tout court, ma dal tentativo di riportare sulla giusta strada questo “Capitalismo”, ormai diventato mostro. Ne percorre le strade, dal dopo guerra quando in America cresce a dismisura grazie alla concomitante distruzione dell’industria giapponese e tedesca e arriva fino ai giorni nostri con tanti esempi, tra i più crudeli, disumani e grotteschi ci possano essere. La crisi dell’industria americana, senza concorrenza prima, che col rifiorire di quelle europee e orientali perde sempre più colpi e reagisce con altrettanti tagli e licenziamenti nel disperato tentativo di far soldi e quindi utili. Gente che si ritrova in mezzo alla strada perché non riesce a pagare i mutui in contrapposizione a veri e propri “avvoltoi” di nome e di fatto che speculando su queste miserie, acquistano a 2 soldi e rivendono beni immobiliari posti sotto sequestro. E via via passando per tutta una serie di fatti che definirli vergognosi è poco più che niente. Come un carcere giovanile fatto costruire e “riempito” con la connivenza di un giudice e vedremo intervistati tanti ragazzini che per inezie han trascorso mesi in carcere allo scopo di ingrassare i gestori. Oppure la scarsa qualità e lo stress dei piloti dell’aviazione civile, pagati 2 soldi, meno di un commesso di fast food, costretti a fare il doppio lavoro a detrimento della sicurezza del volo e dei passeggeri. Passando anche per la cinica assicurazione sulla morte dei dipendenti adottata da parecchie grandi aziende americane. La confusione tra Capitalismo e Democrazia viene con sapiente regia portata alla luce dal Moore che inizia facendo un raffronto tra la caduta dell’impero romano e l’attuale crisi che calpesta ogni più logico diritto ad esistere. Da vedere assolutamente con una buona scorta di Maalox a portata di mano.
Capitalism: a love story – USA – 2009
Regia: Michael Moore
l' America ne esce con le ossa rotte
RispondiEliminabruttissima storia che era meglio
non conoscere
:(