Ombre rosse – Stagecoach – 1939
L' epoca eroica del Far West. Una diligenza della Overland Stage Line parte da Tonto, una cittadina del Texas. Sulla diligenza salgono Dallas (Claire Trevor), una prostituta, che le puritane signore del luogo hanno cacciato di casa e il dottor Boone (Thomas Mitchell), un medico alcolizzato, che l’aveva difesa. Insieme a loro: Lucy Mallory (Louise Platt), moglie di un ufficiale, lo sceriffo Wilcox (George Bancroft), che sta dando la caccia al bandito Ringo (John Wayne), il banchiere Gatewood (Berton Churchill), Hatfield (John Carradine), un giocatore professionista, Peacock (Donald Meek), un ometto che fa il rappresentante di liquori. Parte la diligenza diretta a Lordsburg con a cassetta il postiglione Buck (Andy Devine) affiancato dallo sceriffo e accompagnata fino al confine dello stato da una scorta di cavalleria.
Poi inizia l'avventura, sola, in un territorio dove sono frequenti le scorrerie indiane. Il primo inatteso incontro è con Ringo appiedato e sella in mano. Lo sceriffo lo cattura e lo fa salire a bordo, dove, non gradito dagli altri, trova simpatia in Dallas. Entrambi, messi al bando dalla società per motivi diversi, si sentono subito attratti. Alla prima fermata, nella stazione di posta, la signora Mallory è colta dalle doglie del parto e il dottor Boone deve intervenire pur in preda ai fumi del whiskey che s’era bevuto abbindolando con fine arte il mite Peacock, allo scopo di sottrargli i campioni di liquore che lo stesso portava appresso.
Nasce il bambino e la diligenza riparte. Ognuno dei passeggeri ha buone ragioni per affrettarsi, il più nervoso è il banchiere Gatewood, che non perde d’occhio la borsetta che porta con sé (contiene infatti i soldi che ha sottratto alla sua banca).
Alla prossima stazione trovano il villaggio in fiamme e l’inquietudine aumenta. Hatfield, il poco raccomandabile giocatore, ma anche perfetto gentiluomo del sud, si occupa con ogni riguardo della signora Mallory mentre il dottore e Peacock sono ormai buoni amici.
La diligenza riparte un’altra volta, Lordsburg non e lontana. Sulla strada, in una gola fra i monti, gli indiani (quelli veri, quelli di tanti film fordiani) sono in agguato e piombano sulla diligenza. Lo sceriffo a cassetta tiene a bada gli apaches più vicini. Dentro la diligenza spara Hatfield, una strana luce di gioia negli occhi. Ringo, ricevuto un fucile dallo sceriffo, partecipa alla difesa accanitamente e in una scena memorabile salta sui cavalli a briglia sciolta. La lotta è impari. Le frecce piovono addosso ai passeggeri. Hatfield, il sudista, l’agnello sacrificale, muore sotto gli occhi della signora Mallory. Si odono lontani squilli di tromba, è tempo che arrivino i nostri. È la cavalleria di Lordsburg lanciata al soccorso e gli indiani sono messi in fuga. Una volta in città Ringo ottiene la libertà sulla parola per sfidare i fratelli Plummer che gli hanno ucciso il fratello. I tre avanzano sulla strada deserta, Ringo si getta a terra e comincia a sparare. Per un attimo, vedendo rientrare Luke Plummer nel saloon, tutti pensano che abbia vinto. Ma Luke, ferito mortalmente, si abbatte sul bancone, ogni problema è risolto. Il cattivo banchiere Gatewood è stato arrestato, la signora Mallory ha ritrovato il marito, Ringo e Dallas possono, con la complicità dello sceriffo, espatriare in Messico… "si sono salvati dalle delizie della civiltà", commenta il dottor Boone sotto lo sguardo bonario dello sceriffo.
Poi inizia l'avventura, sola, in un territorio dove sono frequenti le scorrerie indiane. Il primo inatteso incontro è con Ringo appiedato e sella in mano. Lo sceriffo lo cattura e lo fa salire a bordo, dove, non gradito dagli altri, trova simpatia in Dallas. Entrambi, messi al bando dalla società per motivi diversi, si sentono subito attratti. Alla prima fermata, nella stazione di posta, la signora Mallory è colta dalle doglie del parto e il dottor Boone deve intervenire pur in preda ai fumi del whiskey che s’era bevuto abbindolando con fine arte il mite Peacock, allo scopo di sottrargli i campioni di liquore che lo stesso portava appresso.
Nasce il bambino e la diligenza riparte. Ognuno dei passeggeri ha buone ragioni per affrettarsi, il più nervoso è il banchiere Gatewood, che non perde d’occhio la borsetta che porta con sé (contiene infatti i soldi che ha sottratto alla sua banca).
Alla prossima stazione trovano il villaggio in fiamme e l’inquietudine aumenta. Hatfield, il poco raccomandabile giocatore, ma anche perfetto gentiluomo del sud, si occupa con ogni riguardo della signora Mallory mentre il dottore e Peacock sono ormai buoni amici.
La diligenza riparte un’altra volta, Lordsburg non e lontana. Sulla strada, in una gola fra i monti, gli indiani (quelli veri, quelli di tanti film fordiani) sono in agguato e piombano sulla diligenza. Lo sceriffo a cassetta tiene a bada gli apaches più vicini. Dentro la diligenza spara Hatfield, una strana luce di gioia negli occhi. Ringo, ricevuto un fucile dallo sceriffo, partecipa alla difesa accanitamente e in una scena memorabile salta sui cavalli a briglia sciolta. La lotta è impari. Le frecce piovono addosso ai passeggeri. Hatfield, il sudista, l’agnello sacrificale, muore sotto gli occhi della signora Mallory. Si odono lontani squilli di tromba, è tempo che arrivino i nostri. È la cavalleria di Lordsburg lanciata al soccorso e gli indiani sono messi in fuga. Una volta in città Ringo ottiene la libertà sulla parola per sfidare i fratelli Plummer che gli hanno ucciso il fratello. I tre avanzano sulla strada deserta, Ringo si getta a terra e comincia a sparare. Per un attimo, vedendo rientrare Luke Plummer nel saloon, tutti pensano che abbia vinto. Ma Luke, ferito mortalmente, si abbatte sul bancone, ogni problema è risolto. Il cattivo banchiere Gatewood è stato arrestato, la signora Mallory ha ritrovato il marito, Ringo e Dallas possono, con la complicità dello sceriffo, espatriare in Messico… "si sono salvati dalle delizie della civiltà", commenta il dottor Boone sotto lo sguardo bonario dello sceriffo.
John Ford (Portland, Maine, 1 febbraio 1895 - Palm Springs, 2 settembre 1973) è stato regista eclettico. Attivo sin dal 1917, prolifico come pochi altri autori del cinema americano, deve essenzialmente al Western la fama che s’è meritata e la storia del cinema custodisce gelosa la sua mitica "Trilogia del West". E Stagecoach può essere considerato, in questo senso, il suo capolavoro. Il rigore della progressione narrativa, che costruisce il dramma dei personaggi su linee di elementare chiarezza, lontana dall' "introspezione psicologica" di maestri come Dreyer o Sjostrom, ma che permette una efficace ed immediata comprensione del plot narrativo. Gli effetti visivi (la Monument Valley alla quale legherà per sempre il suo nome - il mitico John Ford point), l' illuminazione suggestiva degli interni, l’atmosfera del duello a Lordsburg, resteranno per sempre impressi nella memoria. Evita, inoltre, la tentazione del sentimentalismo mantenendo i rapporti fra le coppie Ringo-Dallas, Lucy-Hatfield, Boone-Peacock, sul registro della sobrietà e introduce elementi fordiani come la condanna dell' immoralità, l' esaltazione del dovere e l' elogio della nobiltà dello spirito. Presentato negli Stati Uniti alla vigilia della guerra nel marzo del 1939, sembra quasi racchiuda nella sua piccola diligenza il destino mitico di un paese nuovo che si sente investito della missione di difendere e rinnovare il mondo.
Non poteva mancare eh zio ... ;-)
RispondiEliminasono stato prolisso ma per il duca e il suo pigmalione questo e altro
RispondiElimina;-))
ma quanti erano su sta diligenza? :-)
RispondiEliminasei dentro e due a cassetta, poi sale il duca e all'inizio si accomoda
RispondiEliminadentro per terra e poi sale in ..
goppa per il gran polverone
:)
Non l'ho ancora visto...ma appena "Cielo" lo passa, me lo registro...
RispondiEliminaHo visto un altro film con John Wayne che mi è rimasto nel cuore, perchè mi ricorda quando guardavo da piccolo i film Western con il mio caro babbo.
In inglese il titolo è "Rio Bravo", in italiano "Un dollaro d'onore". Nel cast ci sono anche Dean Martin, Walter Brennan, che è davvero fantastico nell'interpretazione di Stumpy. Il film è del 1959 ed è quindi già a colori. Molto godibile, sono 141 minuti molto piacevoli e con risvolti nella trama mai scontati.
Inoltre vorrei fare un elogio a questo forum per la ricchezza dei contenuti...se avrò tempo ogni tanto cercherò di inserire qualche informazione aggiuntiva.
Un saluto a tutti.
I western... mio amore da adolescente.
RispondiEliminaCredo di averli visti e rivisti tutti.
Questo è un cult e forse il più famoso di Jhon Wayne ma Sentieri Selvaggi credo sia una spanna superiore.
Non vedo l'ora di vedere la citazione per gli spaghetti-western :-)
great!!
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