I due orfanelli
G asparre e Battista sono i due inservienti di un collegio di orfanelle nella Parigi del secondo impero napoleonico. Orfani anche loro, assistono le giovani agli ordini della severa direttrice alla quale nascondono sovente alcune scappatelle delle ragazze ormai in età da marito, come ad esempio Matilde che è corteggiata da Giorgio, un brillante ufficiale di cavalleria, la cui famiglia gli impedisce di sposarla a causa delle sue origini ignote. Per questo Battista si fa dare dalla ragazza una ciocca dei suoi capelli con i quali una chiromante di sua conoscenza potrà risalire ai suoi genitori. Con Gaspare, al quale ha affidato in custodia la ciocca, si reca da Madame Therese ma, una volta ricevuti, il maldestro Gasparre si accorge di aver perso i capelli per cui li sostituisce con dei suoi facendo arrabbiare il compare. Ma quando la chiromante sostiene che suo padre è il nobile Duca Latour La Fitte e che 33 anni prima è stato vittima di un rapimento per usurpare il suo casato, ecco che i due si recano immediatamente a casa del Duca dove Gasparre viene accolto da quello che si presenta come suo zio, il Duca Filippo, apparentemente bene, visti i tanti quadri appesi alle pareti che ritraggono avi tutti inequivocabilmente somiglianti al figliol prodigo Gasparre, che immediatamente prende possesso dei suoi averi nominando il fido Battista suo amministratore. Ovviamente Filippo e i suoi sodali, tra i quali la sensuale Susanne de la Pleine, il cui fascino ha già fatto presa sul nostro Gasparre, iniziano a tramare nel tentativo di liberarsi di quell'ingombrante presenza ritenuta ormai sepolta e dimenticata nel tempo. Così dopo falliti attentati dinamitardi e duelli alla spada interrotti da sommosse, i nostri riescono ancora a scampare ad un attentato in un noto night club parigino per rifugiarsi nelle fogne dove grazie all'Abate Faria anch'egli evaso e fortunatamente incontrato là sotto, riescono a risalire in superficie, purtroppo per loro, in una delle stanze di Napoleone III che scambiati per cospiratori li fa arrestare. Gasparre, rinchiuso in prigione, viene condannato a morte mentre Battista riesce a fuggire e tutto impaurito si precipita in orfanatrofio dove racconta le peripezie vissute alla direttrice che a quel punto gli confessa le sue origini consegnandogli una medaglietta di riconoscimento che aveva quando fu abbandonato in istituto. Contrariamente a quanto credeva, viste le sue doti canore, non è figlio di un musicista bensì del Boia di Parigi e questo fatto lo induce subito a raggiungere il genitore per farsi aiutare a liberare il povero Gasparre. Dopo una serie infruttuosa di tentativi ecco che la pesante ed affilata lama della ghigliottina si abbatte sul collo del povero sventurato che a quel punto si sveglia madido di sudore nel suo letto in orfanatrofio. E' stato tutto un sogno, anzi un incubo, e si torna alle usate cose tirando un sospiro di sollievo.
La verve di Totò e la sua mimica dominano questa parodia di un vecchio film muto sul medesimo tema ma al femminile: Le due Orfanelle. Ottima spalla in questo frangente è Carlo Campanini e Isa Barzizza è alla sua prima apparizione in film con Totò e al suo esordio assoluto. Come sempre le critiche di allora, aspra e tagliente quella de L'Unità, si tramutano in ampi e indiscutibili consensi postumi. Totò è come il vino buono che invecchiando migliora.
I due orfanelli
Italia 1947
Regia: Mario Mattoli
Musiche Eldo Di Lazzaro
dirette dal maestro Pippo Barzizza
con
Totò: Gasparre
Carlo Campanini: Battista
Isa Barzizza: Matilde
Nerio Bernardi: il duca Filippo
Raymond Bussières: il signor Deval
Franca Marzi: Susanne de la Pleine
Ada Dondini: direttrice dell'orfanotrofio
Guglielmo Barnabò: il giudice
Annette Poivre: Madame Therese, la chiromante
Galeazzo Benti: Giorgio, l'ufficiale
Mario Castellani: il maggiordomo
Raimondo Vianello: un ufficiale
Ughetto Bertucci: il generale
Luigi Almirante: il boia di Parigi
Dina Romano: la domestica del boia
Luigi Erminio D'Olivo: Napoleone III
Achille Majeroni: il segretario di Napoleone
Totò Mignone: il cinese
Paolo Ferrara: il custode del parco
Irene Genna: una collegiale
Vera Bergman: un'altra collegiale
Giorgio Capecchi: il direttore del club
Lionello Zanchi: il cameriere del club
Nico Pepe: l'abate Faria
e con
Mario Besesti: voce narrante
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