Agente segreto 777 - Invito ad uccidere
M odesta Spy-story all'italiana ad iniziare dall'interprete principale Tiziano Cortini, qui con lo pseudo di Lewis Jordan che mantiene anche nel film, per assumere un aspetto anglofilo assai poco convincente. Lui è l'ex Agente 777 della CIA messo a riposo ufficialmente per motivi di salute mascherando invece una scarsa affidabilità mostrata ai suoi superiori nelle ultime missioni. Si imbatte fortuitamente in quello che sembra un incidente stradale e che invece si rivela un vero e proprio attentato nei confronti dell'assistente del Prof. Krueger, uno scienziato tedesco fuggito dalla Russia e inventore di una nuova lega di metallo in grado di scatenare una reazione nucleare. Jordan rinviene sul corpo della vittima parte della formula segreta e inizia le sue indagini che da subito vengono contrastate da una serie di loschi figuri oltre che dalla polizia. Il suo amico ed ex collega Linus Jericho lo informa circa i dettagli della formula che dovrebbe essere stata divisa in tre lucidi che una volta sovrapposti ne avrebbero consentito la visione completa. Gli spiega che oltre alla sua, rinvenuta sul cadavere, la CIA ne ha un'altra custodita nella cassaforte dell'Ambasciata e che la terza è contesa da forze straniere tra le quali anche la Cina è della partita. Jordan tra un'imboscata e l'altra, riesce a rubare la copia in mano alla CIA per accorgersi che in realtà la formula è completa con soli due fogli e la invia alla CIA per dimostrare la propria efficienza e fedeltà. Ma ormai l'alto comando aveva decretato la sua morte, temendo l'uso personale che avrebbe potuto fare con quella scoperta e affidato l'incarico a Linus il suo migliore amico. Jordan riesce a fermarlo ferendolo mortalmente e, stanco e amareggiato, prende l'aereo, destinazione Londra, con la donna che fino alla fine ha creduto in lui.
Girato in interni, tra i più poveri e scialbi mai visti, nei teatri di posa a Trieste, si avvale di qualche scena di azione anche se piuttosto fasulla nei primi piani delle scazzottate, intervallate da soventi esplosioni di macchine, o meglio macinini, che evidentemente piacevano molto al regista che all'anagrafe fa Bomba di nome. Qui usa lo pseudo di Bay, Henry Bay, ma chi tocca l'apice dell'inventiva è il famosissimo Umberto Raho che si dota di un incomprensibile ed equivoco "Umi", Umi Raho. Tra le donne invece primeggia la bellissima franco-russa Helene Chanel che spopolava in Italia negli anni 60-70 sul grande schermo e nei fotoromanzi.
Italia 1967
Regia: Enrico Bomba
Musiche Marcello De Martino
con
Tiziano Cortini: Lewis Jordan, Agente 777
Helene Chanel: Jeanne Cartier
Claudie Lange: Elsie
Umberto Raho: Linus Jericho
Cina Doren: Gloria
Halina Zalewska: Frida
Simeon Ross: Tukir
Danilo Turk: Ispettore di Polizia
e con
Anita Todesco
Giorgio Valletta
Alida Ricci
Carlo Sindici
Poverissimo (quindi piacerebbe al Papa), e girato tenendo rigorosamente in non cale grammatica, sintassi e persino ortografia cinematografica, con seri problemi di continuity malgrado gli sforzi del povero Alabiso. Diventa quindi complicatissimo da seguire (chi è e a cosa serve "Eddie Velasca", chi sta sparando a chi, chi accidenti sono i ciccioni che ogni tanto il protagonista fa fuori?) ma - a suo modo - divertente. Molti i momenti gustosi: "La ragazza è con lei?" "È nella mia macchina, non vede?" (in effetti... ), il cinese nel giardino e tutta la scena della mina, la dama col whisky...
RispondiEliminagrande Cuccu come sempre graffiante e cir..conciso
RispondiElimina;-)