Totò, Peppino e le fanatiche
A ntonio Vignanelli e Peppino Caprioli, ragioniere il primo e cavaliere il secondo, sono ricoverati in una casa di cura per alienati mentali e raccontano le loro disavventure e che cosa li ha portati lì dentro al direttore sanitario. Costui ha l'hobby di prepararsi il cibo alla maniera tradizionale, senza l'uso dei moderni fornelli a gas o cucine economiche, ma cuocendo sui fornelli a legna e carbonella. L'esatto contrario ha portato invece i nostri in manicomio, alle prese con mogli esose e maniache della modernità, costringendo i propri mariti ad acquistare per poi pagare a rate tutto quello che il nuovo mondo degli elettrodomestici mette a disposizione. Così mentre osservano il direttore cucinare un bel piatto di fettuccine con i fagioli, partendo direttamente dall'impasto, i nostri iniziano la storia dal turbolento giorno in cui si conobbero, passando poi alla relazione amorosa scoppiata tra i loro figli, fino alla solidarizzazione per la comune situazione coniugale che li vede oppressi a mogli piene di fissazioni. I racconti dei due spaziano dai problemi familiari, ai loro hobby, al lavoro con i problemi ad esso connessi, dagli stipendi sempre più magri per via delle citate ed esose mogli, ai rapporti con colleghi, colleghe e capouffici truffaldini. Fino alla comune passione per le donne specie le maggiorate alle quali rivolgono spesso i loro pensieri, per finire poi il racconto con tutta la serie di equivoci che hanno indotto i rispettivi familiari a farli ricoverare in quella struttura. Ma ecco il colpo di scena che avviene con la visita ai due pazienti dei loro parenti e la decisione del direttore del manicomio di trattenerli al posto dei due che vengono immediatamente rilasciati. Dopo averli ascoltati a lungo è giunto alla conclusione che le loro famiglie sono quelle da internare e che il Vignanelli e il Caprioli non sono altro che vittime di tali ingordi parenti. Questi supplicandoli invano di farsi rilasciare li ascoltano mentre sorridenti decidono di fare un salto al Night Club per festeggiare la sera stessa.
Commedia divertente di Mario Mattoli con la coppia delle risate assicurate Totò e Peppino, con il primo straordinario improvvisatore e il secondo a reggergli il gioco in situazioni e battute via via sempre più esilaranti. Buono il resto del cast con un giovane Johnny Dorelli che canta alcune canzoni tra le quali l'orecchiabile Calypso Melody e Torero eseguita da Renato Carosone con la sua orchestra.
Totò, Peppino e le fanatiche
Italia 1958
Regia: Mario Mattoli
Musiche Michele Cozzoli, Johnny Dorelli, Renato Carosone
con
Totò: Antonio Vignanelli
Peppino De Filippo: Peppino Caprioli
Johnny Dorelli: Carlo Caprioli
Elena Borgo: Ada Caprioli
Rosalia Maggio: Anita Vignanelli
Alessandra Panaro: la figlia dei Vignanelli
Diana Dei: la moglie del capoufficio
Mario Riva: il capoufficio
Nadia Bianchi: Marietta
Aroldo Tieri: il direttore del manicomio
Enzo Garinei: il giornalista
Giacomo Furia: il cugino di Giovanni
Peppino De Martino: Giovanni
Yvette Masson: Trude, la turista tedesca
Fanfulla: Giacinti
Renato Carosone: sé stesso
Antonio La Raina: impiegato ditta elettrodomestici
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