Per favore, non toccate le vecchiette
M ax Bialystock, uno straordinario Zero Mostel, è un impresario teatrale ormai caduto in rovina, che si arrangia circuendo e corteggiando vecchiette arzille e danarose in giochini erotico-sentimentali per poter sbarcare il lunario. Un giorno riceve la visita di un ragioniere della tributaria, Leo Bloom, che scopre un ammanco di duemila dollari nei suoi libri contabili, cosa che lo induce a supplicare il funzionario, peraltro tipo piuttosto insicuro e influenzabile, di sorvolare la cosa vista la sua evidente indigenza. Ha addirittura una cintura di cartone per tenersi su i pantaloni, segno di una miseria ormai nera, e senza parlare dell'affitto che fa fatica a pagare ogni mese. Il timido ragioniere si fa convincere dall'uomo e al tempo stesso comprende che una simile attività, potrebbe portare a guadagni illeciti maggiori, se un disonesto produttore facesse figurare spese maggiori a fronte di incassi enormi. Ad esempio ottenere finanziamenti per uno spettacolo di scarsissima qualità tale da risultare un fiasco. La cosa risulterebbe proficua e allo stesso tempo illecita, ma al riparo dal dover rimborsare chi ha sganciato il denaro, vista la bocciatura del pubblico e della critica. Insomma un affare incauto e a rischio per i finanziatori e lucroso per gli ideatori. In questo Max è un maestro, potendo contare sulle sue amiche vecchiette che in cambio di corteggiamenti, lo riempiono di denaro per il suo progetto teatrale. Bisogna trovare un copione che sia il peggiore tra quelli che girano nell'ambiente ed allestirci sopra uno spettacolo che sia un sicuro flop già alla prima. Cosa c'è di meglio dell'improbabile Primavera di Hitler, scritta da un pazzoide ex nazista fuggito in America, per ottenere lo scopo? Solo affidarla ad un regista strampalato come Roger De Bris e farla interpretare a un ex galeotto come il psichedelico Lorenzo St. Dubois, per tutti LSD. L'insuccesso è assicurato e per questo la premiata ditta Bialystock & Bloom è arrivata a vendere agli incauti finanziatori, quote di utili sullo spettacolo ben maggiori del 100% arrivando al 25mila per cento. Di sicuro c'è che in caso di successo per loro si spalancherebbero le porte del carcere. E purtroppo, dopo un iniziale scoramento del pubblico, la commedia ottiene un trionfo inaspettato, cosa che inevitabilmente li porterà dritti in prigione. Li rivediamo in abiti da galeotti, allestire uno spettacolo tra detenuti con le medesime finalità truffaldine, ma talmente abili ormai da coinvolgere perfino i secondini.
Diretto dal vulcanico Mel Brooks, che cura anche la sceneggiatura, per la quale ottenne l'Oscar, soggetto e parte delle musiche, costituisce il suo esordio assoluto dietro alla macchina da presa e anche il primo ruolo importante per il simpatico Gene Wilder. Ma il mattatore assoluto è Zero Mostel in un film che rischiò di non uscire nelle sale e che invece è diventato un cult tale, da essere inserito nei film da salvare del Registro Nazionale dei Film americani.
The Producers
USA 1968
Regia: Mel Brooks
Musiche Norman Blagman, Mel Brooks, John Morris
con
Zero Mostel: Max Bialystock
Gene Wilder: Leo Bloom
Kenneth Mars: Franz Liebkind
Estelle Winwood: Vecchietta "stringimi e straziami"
Renée Taylor: Eva Braun
Christopher Hewett: Roger De Bris
Andreas Voutsinas: Carmen Giya
Dick Shawn: Lorenzo St. Dubois (LSD)
Lee Meredith: Ulla
William Hickey: ubriaco
David Patch: Doc Goebbels
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