Testimone d'accusa
Da una pièce teatrale della grande Agatha Christie il genio di Billy Wilder sforna un pezzo di storia del cinema la cui fragranza è ancora tutta da gustare con immutata delizia. Un giallo da dipanare nell' aula del tribunale dove si svolge quasi interamente la vicenda e che vede protagonisti d'eccezione in interpretazioni magistrali che restano impresse nella memoria. Signori, il Cinema. Il corpulento avvocato Wilfrid Robarts (un magistrale Charles Laughton) appena dimesso dall' ospedale per una grave crisi cardiaca, viene accompagnato a casa dalla sua infermiera personale, la petulante Miss Plimsoll (Elsa Lanchester che fu sua moglie nella vita). Ad attenderlo oltre al fedele maggiordomo e alla servitù trova il procuratore Mayhew che vorrebbe sottoporgli un caso di omicidio, affidandogli la difesa del bel Leonard Vole (il compianto Tyrone Power al suo ultimo film), uno squattrinato che ha allacciato una relazione di amicizia con una ricca vedova poi trovata uccisa. A suo carico c'è anche il possibile movente che costei lo ha nominato unico erede di una cospicua fortuna di ben 80.000 sterline. Inoltre c'è anche la testimonianza della vecchia governante della defunta, Janet McKenzie (Una O'Connor bravissima attrice irlandese) la quale asserisce che lui l'abbia forzata ad intestargli tutte le fortune. Sir Wilfrid, se pur riluttante viste le sue condizioni e osteggiato dalla coriacea infermiera, sembra voler affidare il caso al collega Brogan-Moore (John Williams) ma la sfida professionale, confortata dall'impressione di innocenza avuta interrogando l'imputato, fan si che accetta l'incarico coadiuvato dal collega. L'unica teste a favore è la moglie di Leonard, Cristina (una stupenda Marlene Dietrich) conosciuta in una devastata Amburgo e sposata nel dopoguerra nonostante lei avesse già contratto matrimonio con un tedesco. Le preoccupazioni di Sir Wilfrid, circa la testimonianza di una moglie e per di più straniera e non avvezza alle sottigliezze della lingua specie in un contesto legale di pubblica accusa, fan si che desista dal citarla tra i testi a favore. Il processo è giocato magistralmente dal vecchio leone del foro che riesce, anche con humor tutto britannico, a smontare l'accusa e portare dalla sua una giuria che vede nell'imputato soprattutto un bell'uomo e come tale incapace di aver commesso un simile delitto. Ma la improvvisa deposizione della moglie Cristina, citata come teste dall'accusa, fanno precipitare le cose. Nello sconforto del marito imputato lei sostiene che è stato lui ad uccidere la vedova ed è tornato a casa mezz'ora dopo l'orario da lui sostenuto e addirittura con gli abiti macchiati di sangue. La situazione è drammatica e volge al peggio quando una telefonata a casa di Sir Wilfrid fa scattare una insperata speranza. Una donna misteriosa dichiara di essere in possesso di lettere compromettenti della moglie di Leonard e che dietro compenso è disposta a cederle all'avvocato. Lei dice di odiare quella donna che le ha rubato il suo uomo e le lettere sono indirizzate a lui, una addirittura in grado di smontare ogni accusa. E così l'avvocato e il suo collega entrano in possesso del carteggio e quando giungono in tribunale, dove la sentenza sta per essere emessa, ottengono di chiamare al banco dei testimoni Cristina, la quale di fronte all'evidenza crolla in un pianto disperato. La giuria assolve l'imputato e in un aula ormai deserta solo Sir Wilfrid è ancora perplesso, la storia sembra non convincerlo, qualcosa non è andato come doveva. Quel qualcosa glielo spiega la trepidante Cristina in attesa del suo amato. In effetti è lui l'assassino e conscia che non avrebbe potuto difenderlo da moglie, ha inscenato una falsa accusa di modo da essere accusata di falsa testimonianza e far assolvere il marito. Lei era la misteriosa donna al telefono e poi in stazione con le lettere.
Ma un altro clamoroso colpo di scena arriva subito dopo, quando finalmente il maritino, espletate le formalità rientra in aula e di fronte alle invettive dell'avvocato lo rassicura che sarà pagato profumatamente e alla moglie di star tranquilla; verrà difesa dai migliori avvocati per l'accusa di falsa testimonianza.
Ma un altro clamoroso colpo di scena arriva subito dopo, quando finalmente il maritino, espletate le formalità rientra in aula e di fronte alle invettive dell'avvocato lo rassicura che sarà pagato profumatamente e alla moglie di star tranquilla; verrà difesa dai migliori avvocati per l'accusa di falsa testimonianza.
Ma lui ha anche un'altra giovane donna che lo sta aspettando, si amavano in segreto ed è arrivata anche lei in aula. In un impeto di gelosia Cristina afferra un tagliacarte da una scrivania e lo conficca nel petto del marito che stramazza al suolo. Il trambusto attira dei poliziotti che immobilizzano la donna ed uno esclama:
"l' ha ucciso!!"…
"NO, l' ha giustiziato!"
sentenzia Sir Wilfrid. E mentre la donna viene condotta via il vecchio avvocato urla a Brogan-Moore:
"Chiama Mayhew, assumiamo la difesa della signora Cristina Helm."
la parola fine e i crediti che scorrono ti lasciano lì stupefatto e ammirato ogni volta che rivedi questo capolavoro.
"l' ha ucciso!!"…
"NO, l' ha giustiziato!"
sentenzia Sir Wilfrid. E mentre la donna viene condotta via il vecchio avvocato urla a Brogan-Moore:
"Chiama Mayhew, assumiamo la difesa della signora Cristina Helm."
la parola fine e i crediti che scorrono ti lasciano lì stupefatto e ammirato ogni volta che rivedi questo capolavoro.
la prova del monocolo
Testimone d'accusa
Witness for the Prosecution
1957
Regia: Billy Wilder
da un lavoro di Agatha Christie
con
Charles Laughton: Avv. Sir Wilfrid Robarts
Tyrone Power : Leonard Vole
Marlene Dietrich: Christine Helm Vole
Elsa Lanchester : Miss Plimsoll
Una O'Connor : Janet Mc Kenzie
John Williams: Avv. Brogan-Moore
Henry Daniell: Procuratore Mayhew
Ian Wolfe: Carter
Norma Varden: Emily French
Torin Thatcher: Myers
Ruta Lee: Diana
una rarissima perla del cinema
RispondiEliminaun'irruzione fantastica di teatro
nel cinema
un capolavoro che non ricevette nessun Oscar ... per tornare ad una vecchia polemica ... ;-)
RispondiEliminaAlfred Hitchcock dichiarò: "Spesso ho avuto modo di incontrare molti ammiratori che si complimentavano per Testimone d'accusa, credendo che l'avessi diretto io. Quando lo feci notare a Wilder, egli mi disse che molti ammiratori si complimentavano con lui per Il caso Paradine, credendo che lo avesse diretto lui."
un bacetto cocco??
RispondiEliminaGrandissimo film.
RispondiEliminaPeccato davvero per nessuna meritevole premiazione.
Curiosità:
nato come racconto minore di Agatha Christie, fu ben presto trasformato da lei stessa in una pièce teatrale di enorme successo. Essa fu riadattata più volte per il cinema, ma secondo la stessa Agatha Christie la versione diretta da Billy Wilder è il miglior film tratto da una sua opera.