La tigre dei sette mari
Tigre, comandante della Santa Maria, nave pirata spauracchio degli Spagnoli, decide di lasciare il comando e godersi il lauto tesoro che negli anni ha depredato e sogna per sua figlia Consuelo un futuro da donna ricca e corteggiata dai migliori partiti d'Europa. Ma lei invece è tutt'altro che una dama da agi ed ozi ed ha ereditato da suo padre una grinta e l'abilità nel maneggio delle armi, al punto che sfida a duello l'uomo che ama, William. secondo a bordo della Santa Maria. Suo padre ha disposto che il comando della sua nave andrà a chi, tra i pretendenti vincerà in regolare duello. Finora solo Robert ha osato sfidare William ed ha perso, ma Consuelo piomba sulla scena e pretende di battersi riuscendo perfino a vincere. La nave è sua ma il rimorso di aver umiliato il suo amore, la perseguita e vorrebbe tanto parlargli, quando delle grida richiamano la sua attenzione. Suo padre, il Tigre, è stato pugnalato e la lama è quella di William che fa supporre ad una sua vendetta contro il padre di chi l'ha battuto davanti a tutti. Catturato viene giudicato colpevole anche se urla la sua innocenza e penderebbe da una forca se non arrivassero gli spagnoli in gran numero a scatenare l'inferno. William riesce a fuggire e con alcuni fidati prende il largo a bordo della Santa Maria, mentre Consuelo e il fido schiavo negro Serpente, con altri si allontanano nella boscaglia. Al palazzo del Governatore si festeggia la cattura e l'uccisione di molti pirati e Anna de Cordoba, moglie di Don Inigo, il Governatore, ha un piano per mettere le mani sul tesoro del Tigre. Allo scopo si è avvalsa dell'aiuto di Robert che ha svelato il loro nascondiglio ma non è riuscito a carpire la mappa del tesoro per l'avventato arrivo dei soldati spagnoli a scombussolare tutto. Consuelo crede invece che sia William l'assassino di suo padre e per questo motivo assalta una nave spagnola fingendosi naufraga con alcuni suoi uomini, per dare inizio ad una guerra di corsa contro ogni galeone incontrato sulla strada e in attesa della vendetta. Quando però incrocia finalmente la Santa Maria, William si arrende senza colpo ferire e racconta alla sua Consuelo che Robert è il vero colpevole oltre che essere uno spregevole traditore. Con un colpo di mano cercherà di catturarlo e portarlo fuori dal Palazzo per condurlo da Consuelo e fargli confessare i suoi crimini. Il piano però fallisce e William si ritrova imprigionato nelle segrete dove sotto tortura è costretto a rivelare il luogo dove il tesoro del Tigre è nascosto. Consuelo invece approfittando del Ballo in Maschera a Palazzo, circuisce il Governatore e riesce a liberare William e gli altri pirati in precedenza catturati. Dal mare le due navi iniziano a cannoneggiare mentre all'interno è in atto una tremenda battaglia. Ben presto altri pirati scavalcano con i rampini le mura del forte e la battaglia volge decisamente a favore di questi ultimi. William e Consuelo corrono alle grotte dove Robert sta scavando con i suoi per estrarre il tesoro, ma paga il fio dopo un vano duello con Consuelo, formidabile e spietata spadaccina al pari del suo William. Ma una sgradita sorpresa è lì ad attenderli nei panni della graziosa Anna de Cordoba che li fa circondare dai suoi uomini avvertendoli che un grosso contingente di truppe dai forti vicini è stato allertato e sta per arrivare. Per evitare una brutta fine si accordano per lasciare a lei il tesoro e ottenere la libertà in cambio anche di quella del Governatore prigioniero a palazzo. Il tesoro di tanti anni di onesta attività piratesca è andato in fumo, ma William e Consuelo sono giovani e li rivediamo ben presto dar comandi all'equipaggio sulla tolda della Santa Maria pronta per un nuovo abbordaggio.
Al netto delle difficoltà realizzative del periodo e del budget quasi sempre ridotto all'osso, è un film di straordinaria fattura con personaggi azzeccati, vedi la stupenda Gianna Maria Canale nei panni di una bellissima e audace pirata, coadiuvata dal suo William una lama mancina di rara efficacia e con tante scene di duelli e battaglie in mare e sulle mura di ottima fattura per i tempi, anche se più che mare è lago visto che è stato girato sul Garda. Maria Grazia Spina astuta, vincente e sensuale col maritozzo Ernesto Calindri a completare il cast degli interpreti principali, con quest'ultimo già così tranquillo pur non avendo ancora iniziato a bere il Cynar, contro il logorio della vita moderna. Segno che era già così di suo.
Al netto delle difficoltà realizzative del periodo e del budget quasi sempre ridotto all'osso, è un film di straordinaria fattura con personaggi azzeccati, vedi la stupenda Gianna Maria Canale nei panni di una bellissima e audace pirata, coadiuvata dal suo William una lama mancina di rara efficacia e con tante scene di duelli e battaglie in mare e sulle mura di ottima fattura per i tempi, anche se più che mare è lago visto che è stato girato sul Garda. Maria Grazia Spina astuta, vincente e sensuale col maritozzo Ernesto Calindri a completare il cast degli interpreti principali, con quest'ultimo già così tranquillo pur non avendo ancora iniziato a bere il Cynar, contro il logorio della vita moderna. Segno che era già così di suo.
La tigre dei sette mari
Italia, Francia 1962
Regia: Luigi Capuano
Musiche: Carlo Rustichelli
con
Gianna Maria Canale: Consuelo
Anthony Steel: William Scott
Maria Grazia Spina: Anna de Cordoba
Ernesto Calindri: Inigo de Cordoba
Carlo Ninchi: Tigre
Andrea Aureli: Robert
John Kitzmiller: Serpente
Carlo Pisacane: vecchio pirata
Nazzareno Zamperla: Rick
Giulio Battiferri: il portoricano
e con
Renato Giomini
Renato Izzo
Pasquale De Filippo
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