Annibale
O stacolo insuperabile le Alpi per Annibale pensano soddisfatti a Roma. Il solo Quinto Fabio Massimo sembra preoccuparsi deriso da quasi tutto il Senato. Ma ben presto dovranno ricredersi e organizzare la difesa, perché il coraggioso generale cartaginese è riuscito a valicare le montagne impervie ed innevate, portandosi appresso un nutrito numero di elefanti che considera macchine da guerra invincibili. Infatti la sorpresa del loro impiego in battaglia disorienta i Romani che subiscono da subito ingenti perdite non riuscendo a fermare una marcia che, ormai inarrestabile, punta su Roma. Ma Annibale si è invaghito di una nobile romana, Silvia, nipote dello stesso Quinto Fabio che, nonostante il pericolo imminente, non riesce ad ottenere fiducia in Senato con una sua tecnica di battaglia ritenuta non idonea. Lui infatti vorrebbe prendere tempo, necessario per riorganizzare le legioni, attaccando avanguardie o piccoli contingenti per poi ritirarsi velocemente, allo scopo intanto di tenere sulle spine l'avversario e di indebolirlo progressivamente. Sua nipote Silvia è innamorata perdutamente di Annibale che la ricambia con ugual trasporto e tale da far insorgere nel campo cartaginese numerosi contrasti, ritenendo alcuni dei suoi fidati generali che il suo slancio si sia sopito per colpa di quella donna e che Roma sarebbe già stata distrutta se solo non avesse deciso di fermarsi a Capua per festeggiamenti che si stanno dilungando troppo. Per di più sua moglie Danila è stata astutamente portata al campo da Cartagine con il suo figlioletto e questo ha gettato nello sconforto Silvia che, seppur amata da Annibale, decide di lasciarlo per ritornare a Roma e accettare il suo destino con la condanna a morte. Annibale distrutto e infuriato per quell'improvviso arrivo di sua moglie, peraltro ripudiata davanti ai sacerdoti di Cartagine anni prima, perde slancio e forze anche per la notizia della morte di suo fratello Asdrubale alla testa dei rinforzi sconfitti dai romani. E' la fine per Annibale e prossima anche per Cartagine, ma dell'uomo resterà indelebile il ricordo di uno dei più grandi condottieri che la Storia abbia mai avuto.
Gran bell'esempio di cinema epico nazionale diretto con gran mestiere da Carlo Ludovico Bragaglia capace di gestire al meglio anche numerose scene di massa con moltissime riprese di elefanti dell'allora famosissimo Circo Togni. Victor Mature è lo stupendo interprete capace in carriera di vestire i panni di disparati con il medesimo brillante risultato e qui attorniato da moltissimi nostri bravi comprimari, tra i quali la coppia Bud Spencer - Terence Hill per la prima volta insieme sullo schermo anche se in ruoli differenti, specie per il primo difficilmente riconoscibile nella comparsata nei panni di un capo barbaro.
Annibale
Italia 1959
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Musiche Carlo Rustichelli
con
Victor Mature: Annibale
Gabriele Ferzetti: Quinto Fabio Massimo
Rita Gam: Silvia
Milly Vitale: Danila
Rik Battaglia: Asdrubale
Franco Silva: Maarbale
Mirko Ellis: Magone
Andrea Aureli: Gaio Terenzio Varrone
Andrea Fantasia: Paolo Emilio
Renzo Cesana: Minucio
Mario Girotti: Quintilio
Carlo Pedersoli: Rutario
Mario Pisu: sacerdote
Franco Dominici: Minitius
Enzo Fiermonte: messaggero
Andrea Esterhazy: schiavo
Piero Tiberi: figlio di Annibale
Nello Pazzafini: lottatore
Arturo Dominici: mercante cartaginese
Pina Bottin: ancella di Silvia
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