Transformers 4 - L'era dell'estinzione
P arlare di trama, o voler dare un senso, a film come questi, prettamente commerciali e utili a veicolare le successive vendite di gadget e giocattoli a tema è tempo sprecato. Ci troviamo di fronte al quarto capitolo della saga sui robot trasformisti più famosi del globo terracqueo e anche se stavolta sono un po' stizziti con gli umani, finiranno per aiutarli a non rimaner distrutti a causa delle loro stolte manipolazioni su carcasse e teste di robot, apparentemente distrutti nei primi tre capitoli. Joshua Joyce inventore a capo di una ricchissima azienda, la KSI, sta ottenendo ottimi risultati col "Transformio" metallo rarissimo in grado di ottenere qualsiasi forma o materiale gli venga programmato. Con lui loschi apparati deviati dei servizi, intendono arricchirsi dotandosi di robot militari per scopi bellici evitando perdite umane. Galvatron è il loro fiore all'occhiello, ottenuto con scarti del terribile Megatron che trova così in lui un nuovo corpo-telaio in attesa di procurare altri guai, che ci verranno poi annunciati da lui stesso nel finale, per farci intendere che dovremo sorbirci un quinto e chissà quanti altri ancora capitoli. Quindi se ne sta in disparte per tutto il film e appare solo in qualche fiera campionaria, come prodotto di punta e lustro della KSI. Cade Yeager invece, inventore squattrinato, ha scoperto in un camion arrugginito niente di meno che Optimus Prime, che non è una marca di burro, ma il capo degli Autobot, i robot buoni, che in tre capitoli precedenti ci avevano sempre tolto le castagne dal fuoco e seppur un tantinello arrabbiato, con i rimanenti robottini fedeli, Bumblebee, Hound, Drift e Crosshairs, coadiuvati dall'inventore buono, sua figlia Tessa e il suo ragazzo, che se lo sa il padre gli mena, a lui dico, riescono tra strabilianti effetti speciali a:
1) evitare il peggio per la razza umana
2) redimere l'inventore ricco che diventa buono e desiste dai suoi lucrosi propositi che potevano costarci caro;
3) battere con una certa difficoltà, aiutato dai piccoli umani, il cattivo di turno: il terribile Lockdown, metallico pure lui ma cattivissimo.
Cosa resta quindi alla fine? La certezza di un prossimo capitolo, dove rivedremo Megatron che ribolle per essere stato fermo un giro e quindi sarà più cattivo che mai. Ma soprattutto che la Industrial Light & Magic riesce a fare cose incredibili, spettacolarizzando la pellicola con effetti inimmaginabili per quanto sembrano reali. Sul fronte umano giova la presenza di Mark Wahlberg e assai di più quella del bravo Stanley Tucci, ma senz'altro l'unica ragione valida per guardare film del genere è la moderna digitalizzazione con la quale si ottengono effetti impensabili. La Digital Visual Effects ovvero il credo, il pane, il sine qua non di certa moderna industria cinematografica, con la quale ricreare ambienti e interi set virtuali.
Transformers: Age of Extinction
Stati Uniti 2014
Regia: Michael Bay
Musiche Steve Jablonsky
con
Mark Wahlberg: Cade Yeager
Nicola Peltz: Tessa Yeager
Jack Reynor: Shane Dyson
Stanley Tucci: Joshua Joyce
Kelsey Grammer: Harold Attinger
Sophia Myles: Darcy Tyril
T. J. Miller: Lucas Flannery
Titus Welliver: James Savoy
Li Bingbing: Su Yueming
James Bachman: Gill Wembley
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