Locke
T utto in una notte per Ivan Locke importante capocantiere di una ditta di costruzioni, che sta per completare la gettata più grande d'Europa. A fine giornata, tolti gli indumenti da lavoro, sale sulla sua BMW di grossa cilindrata e anziché andarsene a casa, parte alla volta di Londra, distante alcune ore se il traffico si manterrà scorrevole. Cosa lo porta inesorabilmente verso una clinica londinese in questo stupendo film di Steven Knight? Un parto, la nascita di un figlio avuto in una relazione fugace con una donna matura, alla sua ultima occasione di concepimento, Bethan, conosciuta in un viaggio di lavoro. Lui ne ha già due grandicelli e una moglie, della quale è innamorato tantissimo, ma non può sottrarsi alle sue responsabilità, frutto di una notte dove aveva festeggiato alzando un po' il gomito. Non può fare come suo padre che aveva conosciuto soltanto a 20 anni e che avrebbe voluto picchiare per averlo abbandonato alla nascita. Così, fermamente convinto di fare la cosa giusta e conscio delle conseguenze, dirige l'auto verso la clinica senza esitazioni. E' l'inizio di un turbinoso giro di telefonate con la partoriente, piena di problemi e fragilmente preda di ogni tipo di paura collegata all'evento. Al tempo stesso deve far fronte all'importante incombenza alla quale avrebbe dovuto presenziare l'indomani. Ecco che febbrilmente accavalla telefonate col suo datore di lavoro, profondamente prostrato dalla cosa e che arriva a licenziarlo in tronco, cosa che tuttavia non gli impedisce di impartire tutte le istruzioni del caso ad un suo collega che si presta a sostituirlo. Dal calcestruzzo che deve essere rigorosamente del tipo C6, così come appuntato in ogni angolo della gettata in cantiere, alla chiusura del traffico nelle zone interessate al transito delle innumerevoli betoniere previsto all'alba dell'indomani. Non meno stress gli viene risparmiato da sua moglie messa al corrente del fatto e che, dopo una comprensibile incredulità iniziale, gli sbatte la porta in faccia, intimandogli di non fare più rientro a casa. Ma lui imperterrito continua il viaggio, spesso parlando con suo padre, immaginandolo seduto dietro e rivolgendogli epiteti dallo specchietto, cercando di dimostrare all'uomo, già morto e sepolto, quale era il suo giusto modo di comportarsi in vita. Quello che lui persegue con ostinazione fino ai vagiti del nascituro che Bethan gli fa ascoltare, appena nato col cesareo, nella telefonata che chiude questo bellissimo film.
Girato in otto notti e in tempo reale, è uno straordinario esempio di cinema, dove solo la presenza di un attore in primo piano, cattura lo spettatore per 85 minuti grazie ad una trama intelligente ed intrigante al tempo stesso, unita alla recitazione di un ottimo Tom Hardy, che ricorda in maniera impressionante Vincent Price da giovane e del quale sentiremo a lungo parlare.
Locke
USA, GB 2013
Regia: Steven Knight
Musiche Dickon Hinchliffe
con
Tom Hardy: Ivan Locke
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