I due compari
G iovanni Bellini sbarca il lunario vendendo penne stilografiche malfunzionanti per le strade di Roma, aiutato nella sua attività truffaldina dal fido compare Francesco Esposito detto Ciccillo. Dopo una sfortunata esperienza lavorativa all'estero, Giovanni destina tutto il ricavato al sostentamento dell'unica figlia Giulietta in un lussuoso collegio. La ragazza che negli anni ha incontrato saltuariamente suo padre in occasione di feste importanti, lo crede un facoltoso uomo d'affari insignito addirittura del titolo di Commendatore. Ma durante il saggio di fine corso, quando Giovanni e Ciccillo si recano in collegio, si innescano situazioni talmente imbarazzanti per il povero Giovanni, che tuttavia sulle prime riesce a gestire grazie a innate doti recitative. Tra i vari genitori accorsi per l'occasione, c'è anche l'industriale Carletti, padre di Albertina, che da amica intima di Giulietta, avendola spesso sentita tessere le lodi di suo padre Commendatore, coglie l'occasione per far familiarizzare i propri cari. Il Carletti, particolarmente curioso di conoscere il Commendator Bellini, li invita tutti nella sua lussuosa villa, compreso Ciccillo, spacciato come suo segretario particolare. Giovanni conta di trarsi d'impaccio in breve tempo e accetta per far contenta sua figlia che nel frattempo, avendo amoreggiato con Enrico, il maschio dei Carletti prossimo alla laurea in Architettura, riceve da questi la proposta ufficiale di matrimonio. Ma le cose precipitano e la verità viene purtroppo a galla, gettando la ragazza in un profondo stato di costernazione prossimo alla depressione. E quando le cose sembrano volgere al peggio, ecco che con magnanimità il Carletti passa sopra alla vicenda in maniera signorile e con grande umanità, non solo pretende che i due giovani coronino il loro sogno di amore, ma offre un sicuro ed onesto posto di lavoro nelle sue aziende a Giovanni e al compare Ciccillo, in un lieto fine dove la lacrimuccia non fatica a scendere sulle gote.
Commedia dei buoni sentimenti con un grande Aldo Fabrizi che cura anche soggetto e sceneggiatura, sorretto da un ottimo Peppino De Filippo, vulcanico nel collezionare gaffe memorabili in diverse occasioni comiche.
Italia 1955
Regia: Carlo Borghesio
Musiche Carlo Rustichelli
con
Aldo Fabrizi: Giovanni Bellini
Peppino De Filippo: Francesco "Ciccillo" Esposito
Giulia Rubini: Giulietta Bellini
Leonardo Botta: Enrico Carletti
Giacomo Furia: il sarto Vincenzo
Rosita Pisano: la moglie del sarto
Loris Gizzi: l'Ingegnere, padre di una collegiale
Lidia Martora: la direttrice del collegio
Carlo Ninchi: Industriale Carletti
Germana Paolieri: la Signora Carletti
Ilse Petersen: Albertina, figlia di Carletti
Lia Rainer: Carlotta
Pietro Carloni: il Commissario
Mario Siletti: il Giudice Settimio
Vincenzo Talarico: Lorenzucci
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